Dentro la centrale nucleare di Caorso

La mat­ti­na del 3 feb­braio 2005, all’e­poca del­la mia direzione del Pic­co­lo Gior­nale di Cre­mona, nel ten­ta­ti­vo di inter­cettare per un servizio l’al­lo­ra min­istro del­l’Am­bi­ente del gov­er­no Berlus­coni, Altero Mat­te­oli, mi sono ritrova­to a girova­gare all’in­ter­no del­la cen­trale nucleare di Caor­so intera­mente vesti­to di bian­co.

Di Mat­te­oli nes­suna trac­cia, per non meglio pre­cisati motivi di salute. In com­pen­so i respon­s­abili del­la Sogin, l’ente cui il gov­er­no ha affida­to il com­pi­to di sman­tel­lare le cen­trali nucleari ital­iane, han­no tenu­to una con­feren­za stam­pa e orga­niz­za­to per i gior­nal­isti pre­sen­ti un tour nelle vis­cere di Arturo, come è sta­to rib­at­tez­za­to il reat­tore ospi­ta­to dal­la sec­on­da metà degli anni ’70 nel Comune pia­centi­no.

icon-flickr  Le stesse immag­i­ni sono disponi­bili nel­la risoluzione orig­i­nale su Flickr.

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Commento

  1. Com­pli­men­ti.

    Belle foto.
    A parte questo mi piange il cuore se vedo come van­no a finire mala­mente i danari dei con­tribuen­ti. Li den­tro c’è anche il lavoro di mio padre, ex tec­ni­co del­la Fran­co Tosi di Leg­nano che real­iz­zò le tur­bine per Caor­so. Gra­zie al ref­er­en­dum anti­nu­cleare mala­mente orches­tra­to sul­la scia dei fat­ti di Cher­nobyl che era si una vera e pro­pria bom­ba atom­i­ca per uso civile, la cen­trale di Caor­so è sta­ta dap­pri­ma fer­ma­ta e poi chiusa.
    Ma Caor­so è sem­pre sta­ta una cen­trale SICURA, Caor­so venne fer­ma­ta per ragioni politiche, ma un’impianto del genere non si demolisce in tre giorni, ci vogliono anni e ditte spe­cial­iz­zate, e da allo­ra pesa sulle tasche degli ital­iani. Ne par­lo con cog­nizione di causa per via di mio padre che attra­ver­so il suo lavoro con­tribuì a real­iz­zarla.
    Oggi lo sman­tel­la­men­to, affida­to alla SOGIN (di pro­pri­età del grup­po FIAT) viene fat­to ricadere intera­mente sulle nos­tre spalle e viene com­pu­ta­to nei kilo­wat­tori che l’ENEL ogni trimestre ci fat­tura.
    E io pago direbbe Totò, men­tre la FIAT incas­sa e dopo, quan­do ha lucrosa­mente guadag­na­to, ha pure il cor­ag­gio e la fac­cia tos­ta di met­tere in cas­sain­te­grazione gli operai a spese del­lo stato…o meglio a spese dei pir­la che pagano.
    Caor­so è il mon­u­men­to vivente all’in­sa­nia che impera in questo povero pae­sel­lo di per­ife­ria (ITALIA) che sogna come una grande poten­za ma che in realtà può soltan­to gareg­gia­re con le repub­bliche delle banane.
    Caor­so è il mon­u­men­to allo spre­co, una grande occa­sione per­du­ta, sac­ri­fi­ca­ta sul­l’altare delle lob­by dei petrolieri (vedi Gheddafi) e di quan­ti fan­no lucrosi affari coi nos­tri gov­er­nan­ti e ten­gono noi cit­ta­di­ni per le palle.
    Pen­si­amo­ci tutte le volte che andi­amo a far ben­z­i­na…
    Salu­toni e con­tin­u­ate così…