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Ma ci è o ci fa? È ques­ta la doman­da che sorge spon­tanea dopo ogni procla­ma tri­on­fal­is­ti­co del nos­tro Caro Leader Kim Jong Ren­zi. Notev­ole quel­lo di ieri, con­di­to dal­la con­sue­ta passerel­la a favore di tele­camere insieme al potente di turno, nell’occasione lo spilun­gone Chuck Rob­bins, ammin­is­tra­tore del­e­ga­to di Cis­co Sys­tems. «Se ne fac­ciano una ragione: l’Italia è tor­na­ta, più sol­i­da e ambiziosa», ha scrit­to su Face­book il pres­i­dente del Con­siglio, annun­cian­do una serie di inves­ti­men­ti nel nos­tro Paese da parte del colos­so inter­nazionale dell’informatica, che «val­go­no 100 mil­ioni di dol­lari per i prossi­mi tre anni».

Per Ren­zi è la dimostrazione che «l’Italia è sem­pre più aper­ta e attrat­ti­va per gli inves­ti­men­ti inter­nazion­ali. Con gran­di aziende glob­ali che non fan­no più mor­di e fug­gi come in pas­sato, ma han­no deciso di puntare sul nos­tro Paese, di scom­met­tere sul suo futuro». Cis­co, ha aggiun­to, «è il pri­mo dei due gigan­ti cui ave­vo accen­na­to nel­la mia ulti­ma Enews che guardano all’Italia come a un Paese soli­do, che ha futuro e che, final­mente, favorisce chi vuole creare oppor­tu­nità des­ti­nate a restare, a creare impre­sa, lavoro, inno­vazione».

A pri­ma vista un’ottima notizia. E infat­ti qua­si tutte le tes­tate gior­nal­is­tiche l’hanno rilan­ci­a­ta come tale, lim­i­tan­dosi come di con­sue­to a fare da mega­fono al ver­bo ren­ziano. A cos­to di essere rel­e­gati tra i famigerati gufi dileg­giati a ogni piè sospin­to dal pre­mier, è doveroso però sot­to­lin­eare che per un “gigante” come Cis­co (Ren­zi dix­it), che può con­tare su un pat­ri­mo­nio net­to di qua­si 60 mil­iar­di di dol­lari, i 100 mil­ioni promes­si all’Italia sono solo brici­ole.

Più che una scommes­sa sul nos­tro Paese, la cifra stanzi­a­ta «per accel­er­are la dig­i­tal­iz­zazione dell’Italia», come ha scrit­to l’azienda sul suo sito, assomiglia a un’elemosina. I 100 mil­ioni mes­si sul piat­to, tra l’altro, sono pari a quel­li che la multi­nazionale amer­i­cana inve­stirà in Fran­cia, dove lo scor­so 8 otto­bre ha inau­gu­ra­to il nono Cis­co Inno­va­tion Cen­ter al mon­do, dopo quel­li di Berli­no, Bar­cel­lona, Lon­dra, Perth, Rio de Janeiro, Song­do, Tokyo e Toron­to. E sono molto meno di quan­to già stanzi­a­to, per esem­pio, per nuovi inves­ti­men­ti in Cina (più di 10 mil­iar­di di dol­lari), India (due mil­iar­di), Mes­si­co (fino a 1,35 mil­iar­di) e Gran Bre­tagna (un mil­iar­do), men­tre alla Ger­ma­nia potreb­bero essere des­ti­nati fino a 500 mil­ioni di dol­lari.

Numeri alla mano, sem­bra­no essere questi i Pae­si su cui Cis­co scom­mette davvero, ma Ren­zi si può con­so­lare per l’ennesimo autorev­ole endorse­ment – dopo quel­li di Oba­ma, Mar­chionne, Gel­li e Ver­di­ni – con cui arric­chire il pro­prio cur­ricu­lum di sta­tista. «Ammiro molto il pri­mo min­istro Ren­zi – ha det­to infat­ti Chuck Rob­bins – per la pas­sione con cui persegue l’obiettivo di sfruttare la tec­nolo­gia per trasfor­mare pro­fon­da­mente l’Italia, e per noi è un onore pot­er col­lab­o­rare». Tan­to più se pos­sono far­lo a prezzi di sal­do.

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