Hanno ragione Pierferdinando Casini e Roberto Formigoni: la campagna elettorale non può ignorare i temi etici. Basta mettersi d’accordo su quali siano questi temi, che per il leader dell’Udc e il presidente ciellino-forzista della Regione Lombardia sembrano ridursi all’aborto, alla pillola del giorno dopo, alla fecondazione assistita e alla strenua difesa della famiglia eterosessuale fondata sul sacro vincolo del matrimonio.
La determinazione con cui Formigoni ha sistematicamente piazzato uomini vicini a Comunione e Liberazione nei posti chiave della sanità lombarda non rientra nella sfera dell’etica? E i generosi contributi elargiti ogni anno dalla Regione Lombardia a favore del Meeting di Rimini, organizzato proprio da Cielle, non dovrebbero essere sottoposti a una valutazione di tipo etico?
Si tratta ovviamente di domande retoriche perché il governatore lombardo, convinto sostenitore della crociata antiabortista di Giuliano Ferrara e molto attento ai temi etici che gli fanno comodo, in altri casi si è dimostrato assai più sbadato e reticente. Prima delle ultime elezioni regionali, per fare un altro esempio, non risulta che gli abbia provocato alcun turbamento l’inserimento nel suo listino elettorale, in qualità di «personalità eccellente della società civile lombarda», di Gianluca Massimo Guarischi, un rampante esponente di Forza Italia, con trascorsi nel Psdi e nel Psi, condannato in primo grado, poche settimane prima del voto, a quattro anni e due mesi per corruzione e associazione per delinquere nell’ambito degli appalti del dopo-alluvione.
Inutile provare a chiedere spiegazioni in proposito al diretto interessato. Formigoni, che favella spesso e volentieri quando si tratta di tagliare nastri e catechizzare il popolo sul flagello dell’aborto, si chiude infatti in un impenetrabile mutismo di fronte alle domande scomode poste dai rari giornalisti che all’inchino preferiscono l’inchiesta. Esemplare, a questo proposito, l’atteggiamento tenuto dal presidente della Lombardia sullo scandalo Oil for Food.
Della stessa miopia etica sembra soffrire anche Pierferdinando Casini. L’ex presidente della Camera può perdere facilmente le staffe se qualcuno si azzarda a ipotizzare un riconoscimento pubblico delle coppie di fatto o una legge sul testamento biologico, viceversa non batte ciglio di fronte alla condanna di Salvatore Cuffaro a cinque anni per favoreggiamento.
C’è da capirlo. L’ex governatore siciliano tiene strette le chiavi del granaio elettorale del partito e quindi non è il caso di essere eticamente pignoli. «Per Cuffaro garantisco io», ha detto infatti Casini assumendosi la «responsabilità piena della scelta» di candidarlo al Senato. Ma il leader dell’Udc deve anche fare i conti con il problema del segretario Lorenzo Cesa, indagato a Catanzaro per associazione e truffa ai danni dell’Unione Europea.
La probabile candidatura di Cuffaro, però, è sembrata troppo anche ad Avvenire, tanto che il quotidiano dei vescovi ha riconosciuto che «al centro, nell’area in cui si colloca l’Udc, il problema chiave è la qualità degli uomini che incarneranno il progetto». Un riferimento implicito, come ha sottolineato Giorgio Galeazzi sulla Stampa, «all’inopportunità di candidare personaggi discussi e che abbiano conti aperti con la giustizia». A cominciare dall’ex governatore della Sicilia, appunto, anche se il suggerimento potrebbe essere esteso ad altri esponenti centristi e ostentatamente devoti al verbo vaticano, come Clemente Mastella e signora.
Non sorprende, dunque, che in molti si affannino a esternare quotidianamente sui cosiddetti temi eticamente sensibili. Il baccano ridondante e reazionario sull’aborto, la pillola Ru486, la procreazione assistita o le tanto temute unioni di fatto è funzionale, infatti, all’occultamento sistematico di questioni che riguardano l’etica della politica, rispetto alle quali Casini, Formigoni e i loro sodali si sono ampiamente dimostrati insensibili. E decisamente fallibili.
Articolo pubblicato anche su Medium
Tutto vero e opinioni in gran parte condivisibili, però l’occasione è buona per scavalcarli nella prevenzione dell’aborto portando in primo piano il tema della contraccezione: educazione sessuale nelle scuole, pillola e preservativo.
Gianni, sulla contraccezione e l’educazione sessuale con me sfondi una porta aperta. Quelle che citi, però, sono proposte di cui sento parlare da quando andavo alle medie. E da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, purtroppo. Chiunque vinca alle prossime elezioni, credo che in questo senso le cose non cambieranno molto, perché resistenze e menefreghismo su questi punti sono abbastanza bipartisan. Più probabile che l’ansia riformista venga sfogata con qualche ennesimo stravolgimento dell’esame di maturità, tanto per complicare un po’ la vita a studenti e insegnanti.
🙂 hai ragione, pero’ qui c’è un’opportunità di comunicazione politica forte: parlare *seriamente* di preservativi e pillola in prima serata a Ballaro’, AnnoZero, Matrix e persino a Porta a Porta.