in Giornalismo, Politica

L’inchi­es­ta di Repub­bli­ca che ha denun­ci­a­to l’ec­ces­si­va dis­in­voltura del­la Guardia di Finan­za, sot­to il coman­do del gen­erale Rober­to Spe­ciale, nel con­cedere pas­sag­gi aeron­avali a espo­nen­ti di pri­mo piano del gov­er­no di cen­trode­stra, scivola sul­la buc­cia del­la matem­at­i­ca. L’au­tore del servizio, Car­lo Boni­ni, sostiene infat­ti che, dopo il cam­bio di mag­gio­ran­za di un anno e mez­zo fa, a Palaz­zo Chi­gi si avverte una mag­giore sobri­età nel ricor­so a questi pas­sag­gi. I numeri pub­bli­cati dal quo­tid­i­ano, però, rac­con­tano un’al­tra sto­ria.

L’e­quiv­o­co nasce dal fat­to che ven­gono mes­si a con­fron­to, anche a liv­el­lo grafi­co, voli e imbarchi vip effet­tuati dal­la GdF nel quin­quen­nio berlus­co­ni­ano con lo stes­so dato asso­lu­to reg­is­tra­to nel pri­mo anno e mez­zo del gov­er­no Pro­di. «Nei cinque anni di gov­er­no di cen­trode­stra (2001–2006) — scrive Boni­ni — il “dis­pos­i­ti­vo aeron­avale” del­la Guardia di Finan­za muove 118 voli e 83 imbar­cazioni per garan­tire il trasporto di autorità politiche. Nel­l’an­no e mez­zo suc­ces­si­vo (attuale gov­er­no di cen­trosin­is­tra), il dato scende a 24 (voli) e 31 (imbarchi). La sta­tis­ti­ca, in sé poco indica­ti­va (al di là di un’ev­i­dente dimin­uzione del­la “pras­si”, cir­ca il 40 per cen­to, nel pas­sag­gio di leg­is­latu­ra), acquista un suo sig­ni­fi­ca­to, se si guar­da al det­taglio».

In realtà, se i numeri pub­bli­cati da Repub­bli­ca sono cor­ret­ti, il det­taglio riv­ela che la dimin­uzione del­la pras­si risul­ta molto poco evi­dente e cer­ta­mente non nel­la misura del 40 per cen­to, una per­centuale cita­ta da Boni­ni sen­za spie­gare come sia sta­ta rica­va­ta. I 201 tra voli e imbarchi accu­mu­lati sot­to il gov­er­no di cen­trode­stra, tra il luglio 2001 e il mag­gio 2006 (59 mesi), sono infat­ti pari a una media di 3,4 pas­sag­gi al mese. Con il cen­trosin­is­tra al gov­er­no, tra il mag­gio 2006 e il dicem­bre 2007 (19 mesi), i trasporti di autorità politiche su aerei, eli­cot­teri e navi sono sta­ti invece 55, pari a una media di 2,9 pas­sag­gi al mese, ovvero soltan­to il 15 per cen­to in meno rispet­to alla media reg­is­tra­ta con il cen­trode­stra.

Va aggiun­to che, sebbene la Repub­bli­ca fis­si il dato del gov­er­no di cen­trosin­is­tra nel peri­o­do pri­mav­era 2006-dicem­bre 2007, i dati rel­a­tivi a ques­ta leg­is­latu­ra si fer­mano a otto­bre. Due mesi in meno che fan­no salire a 3,2 la media men­sile dei pas­sag­gi con­ces­si dal­la GdF, pari al 6 per cen­to in meno rispet­to alla media del quin­quen­nio berlus­co­ni­ano. Una fles­sione del­la pras­si, quin­di, molto meno mar­ca­ta rispet­to al 40 per cen­to di cui par­la il quo­tid­i­ano romano.

Invece di incar­tar­si sui numeri, forse nel ten­ta­ti­vo di dare un sosteg­no imparziale alla tesi del­l’ar­ti­co­lo, la Repub­bli­ca avrebbe fat­to meglio a insis­tere sui det­tagli di alcu­ni dei pas­sag­gi con­ces­si ai vip del­la polit­i­ca dai mezzi del­la GdF. Un con­to, come ammette lo stes­so Boni­ni, sono i viag­gi e gli imbarchi per assi­cu­rare il movi­men­to dei vicepres­i­den­ti del Con­siglio, dei min­istri del­l’E­cono­mia che si suc­ce­dono nel­l’in­car­i­co e dei loro sot­toseg­re­tari — «sui cui viag­gi può essere più com­p­lesso sin­dacare vista la dipen­den­za ger­ar­chi­ca del Cor­po dal min­is­tero e le esi­gen­ze di sposta­men­to di un min­istro» — un altro i pas­sag­gi con­ces­si per motivi che non han­no nul­la da spar­tire con impeg­ni legati alla car­i­ca polit­i­ca ricop­er­ta.

Elo­quente, e per cer­ti ver­si esi­la­rante, è per esem­pio la spie­gazione for­ni­ta da Mau­r­izio Gas­par­ri, uno dei fre­quen­ta­tori più assidui dei mezzi di trasporto mes­si gen­til­mente a dis­po­sizione dal gen­erale Spe­ciale, nonché uno dei suoi più strenui difen­sori nel brac­cio di fer­ro che lo con­trap­pone al gov­er­no Pro­di.

«Ebbene sì, lo con­fes­so — ha det­to l’ex min­istro delle Comu­ni­cazioni — un eli­cot­tero del­la Finan­za è atter­ra­to e decol­la­to da Maret­ti­mo, la local­ità dove trascor­ro le vacanze. La ver­ità, però, è esat­ta­mente oppos­ta: durante i miei 15 giorni di ferie, in pieno agos­to, mi sono venu­ti a pren­dere i finanzieri per por­tar­mi alla pro­ces­sione di Zervò, sul­l’Aspromonte, orga­niz­za­ta da don Gelmi­ni. Ho volu­to che mia figlia Gaia, che oggi ha dieci anni, mi accom­pa­g­nasse, rin­un­cian­do a un giorno di mare, per­ché, pur essendo pic­co­la, iniziasse a ren­der­si con­to del­la realtà del­la tossi­codipen­den­za, e delle comu­nità di recu­pero».

Pre­so atto delle pre­mure pater­ne di Gas­par­ri — impeg­na­to a incul­care nel­la incolpev­ole figli­o­let­ta il furore proibizion­ista che ha con­trad­dis­tin­to la sua car­ri­era polit­i­ca, anche a cos­to di pri­var­la di un giorno di mare — res­ta da capire cosa c’en­tri l’eli­cot­tero del­la Finan­za con la pro­ces­sione di don Gelmi­ni. Non meglio pre­cisati motivi isti­tuzion­ali, pare. Prob­a­bil­mente gli stes­si che nel giug­no scor­so han­no “costret­to” il sen­a­tore Gus­ta­vo Sel­va, un altro par­la­mentare di An (poi traslo­ca­to in Forza Italia), a fin­gere un mal­ore per rag­giun­gere in ambu­lan­za lo stu­dio tele­vi­si­vo del­la 7, dove dove­va parte­ci­pare a una trasmis­sione ded­i­ca­ta alla visi­ta di Bush a Roma.

icon-file‑o  I doc­u­men­ti del­la Guardia di Finan­za

Arti­co­lo pub­bli­ca­to anche su Medi­um

Scrivi un commento

Commento