in Media, Salute

La sexy infer­miera con il ghig­no da ser­i­al killer, come l’ha impi­etosa­mente defini­ta qual­cuno, si è pre­sa una riv­inci­ta sui suoi detrat­tori. Dopo set­ti­mane di sbef­feg­gia­men­ti e dras­tiche boc­cia­ture, infat­ti, i risul­tati di un’indagine del­la Swg han­no pro­mosso a pieni voti, o qua­si, la cam­pagna di comu­ni­cazione “Pane, amore e san­ità”, com­mis­sion­a­ta a Oliviero Toscani dal min­is­tero del­la Salute per cel­e­brare il trenten­nale del Servizio san­i­tario nazionale.

La cam­pagna, che prevede­va aff­is­sioni fisse e mobili e inserzioni sui prin­ci­pali quo­tid­i­ani, è ter­mi­na­ta a fine otto­bre e, sec­on­do quan­to comu­ni­ca­to dal dicas­t­ero guida­to da Livia Tur­co, ha rice­vu­to l’ap­prez­za­men­to del 54 per cen­to del cam­pi­one inter­vis­ta­to dal­la Swg, com­pos­to da 1.400 per­sone di età supe­ri­ore ai 16 anni. «Il 52 per cen­to — pre­cisa il min­is­tero — ha pro­mosso la cam­pagna per l’o­rig­i­nal­ità e la grafi­ca», men­tre «il 70 per cen­to ritiene utile la pro­mozione di cam­pagne di comu­ni­cazione». Sareb­bero sta­ti gra­di­ti, in par­ti­co­lare, la capac­ità di atti­rare l’at­ten­zione e l’al­le­gria, il mes­sag­gio di ottimis­mo e l’im­mag­ine pos­i­ti­va del­la san­ità.

Il min­is­tero del­la Salute gongo­la anche per quel­lo che definisce «un buon rap­por­to cos­to-con­tat­to», che sarebbe «infe­ri­ore del 25 per cen­to rispet­to a cam­pagne sim­ili». Nel ger­go del mar­ket­ing, il cos­to-con­tat­to indi­ca il cos­to nec­es­sario per rag­giun­gere un sin­go­lo con­suma­tore poten­ziale con un mes­sag­gio pub­blic­i­tario dif­fu­so attra­ver­so un deter­mi­na­to mez­zo di comu­ni­cazione, e nel caso di “Pane, amore e san­ità”, che è costa­ta com­p­lessi­va­mente un mil­ione e mez­zo di euro, è sta­to pari a cir­ca sette cen­tes­i­mi. Un affare, a dar ret­ta al min­is­tero. Eppure è sta­to pro­prio il cos­to del­la cam­pagna uno degli aspet­ti su cui si sono con­cen­trati gli strali dei moltissi­mi crit­i­ci, specie nei com­men­ti pub­bli­cati in rete.

Tra chi ha espres­so le sue per­p­lessità in modo più arti­co­la­to c’è, per esem­pio, Enri­ca Orec­chia. «Oltre a non comu­ni­care asso­lu­ta­mente niente — ha scrit­to sul suo blog — il man­i­festo del min­is­tero del­la Salute è anche abbas­tan­za irri­tante. Non soltan­to non ci spie­ga per­ché la san­ità è bel­la, ma con­trad­dice l’ev­i­den­za». Enri­ca aggiunge che «se la san­ità ital­iana fos­se pro­prio bel­la, il man­i­festo sarebbe super­fluo. Ma dato che non lo è, forse si pote­va costru­ire la cam­pagna con altri slo­gan. Che dicessero, per esem­pio, qual­cosa come: non siamo anco­ra bel­li ma ci sti­amo impeg­nan­do per diven­tar­lo».

Il guaio è che Toscani ha appli­ca­to al mes­sag­gio sulle cose buone e belle del­la san­ità lo stes­so stan­dard comu­nica­ti­vo uti­liz­za­to per pub­bli­ciz­zare i maglioni di Benet­ton o per atti­rare l’at­ten­zione, attra­ver­so lo shock e l’or­rore, su prob­le­mi come l’anores­sia, la pena di morte o l’Aids. In questi casi la poten­za evoca­ti­va del­l’im­mag­ine — che raf­fig­urasse il cor­po rin­sec­chi­to di una model­la anores­si­ca, lo sguar­do pen­e­trante di un con­dan­na­to a morte o quel­lo di un mala­to di Aids in fase ter­mi­nale — ha cen­tra­to l’o­bi­et­ti­vo per­ché rompe­va i tabù del­la comu­ni­cazione clas­si­ca, colpen­do allo stom­a­co lo spet­ta­tore e costrin­gen­do­lo a con­frontar­si con una realtà conosci­u­ta solo super­fi­cial­mente.

Vicev­er­sa, l’in­fer­miera del­la cam­pagna per i tren­t’an­ni del nos­tro servizio san­i­tario nel­la migliore delle ipote­si evo­ca soltan­to una delle più dif­fuse fan­tasie ses­su­ali maschili. Ma lo fa a propos­i­to di un tema — la san­ità — che gli ital­iani conoscono trop­po bene per las­cia­r­si abbindolare da un’im­mag­ine, per quan­to pos­sa essere grade­v­ole e ben con­fezion­a­ta.

Sicko, l’ul­ti­mo doc­u­men­tario di Michael Moore sulle mag­a­gne del sis­tema san­i­tario statu­nitense, che con­dan­na migli­a­ia di per­sone a morte cer­ta per­ché prive di un’as­si­cu­razione o per­ché le assi­cu­razioni si rifi­u­tano di pagare l’as­sis­ten­za san­i­taria in base a provvi­den­ziali (per loro) cav­il­li, a fine agos­to è sta­to defini­to da Livia Tur­co «un film che ha tante cose impor­tan­ti, che mi auguro vedano molti ital­iani».

Per il min­istro del­la Salute ha tre mer­i­ti: «Il pri­mo è che ci fa ricor­dare che la malat­tia e la fragilità apparten­gono all’es­pe­rien­za umana e che in quei momen­ti c’è bisog­no di qual­cuno che si pren­da cura di chi sta male. Il sec­on­do è che in modo obi­et­ti­vo si rac­con­ta cosa sig­nifi­ca il sis­tema assi­cu­ra­ti­vo, che ha il prof­it­to come obi­et­ti­vo e quin­di seleziona patolo­gie e inter­ven­ti da effet­tuare. In Amer­i­ca, quin­di, anche chi ha il priv­i­le­gio di avere una assi­cu­razione può non essere cura­to. Il ter­zo è che spero per gli ital­iani che veden­do questo film risco­pra­no un tesoro che abbi­amo di cui par­liamo male e che spes­so bis­trat­ti­amo. Spero che ci sia un reg­ista ital­iano che par­li del­la nos­tra san­ità e che guar­isca il gra­vo dan­no por­ta­to dal­la retor­i­ca del­la mala san­ità che abbi­amo in Italia».

È un pec­ca­to che con­sid­er­azioni con­di­vis­i­bili come queste siano sfo­ci­ate, a due mesi soltan­to di dis­tan­za, nel­la insip­i­da cam­pagna fir­ma­ta da Toscani, che non ha nes­suno dei tre mer­i­ti attribuiti dal­la Tur­co alla pel­li­co­la di Moore. Pren­den­do spun­to dalle sue stesse parole, il min­istro avrebbe potu­to decidere di dirottare il mil­ione e mez­zo di “Pane, amore e san­ità” all’ac­quis­to di migli­a­ia di copie in dvd di Sicko (al prez­zo pieno di listi­no di 23,90 euro se ne sareb­bero potute com­prare 62.761), da dis­tribuire ad asso­ci­azioni, enti locali, bib­lioteche, ospedali, e incor­ag­gian­done anche la proiezione nelle scuole.

Le polemiche, c’è da giu­rar­ci, non sareb­bero man­cate nep­pure in questo caso. Del resto in Italia chi toc­ca il totem statu­nitense — la più grande democrazia del mon­do! — deve met­tere in con­to di scot­tar­si almeno un po’. In com­pen­so si sarebbe reso un aut­en­ti­co servizio cul­tur­ale al Paese, al servizio san­i­tario nazionale e ai con­tribuen­ti che han­no finanzi­a­to, loro mal­gra­do, la sexy infer­miera con il ghig­no da ser­i­al killer.

Res­ta da spie­gare lo scar­to tra le critiche neg­a­tive piovute sul­la cam­pagna, che sul web sono la net­ta mag­gio­ran­za, e il giudizio sor­pren­den­te­mente pos­i­ti­vo che emerge dal­l’indagine Swg. Per provar­ci si pos­sono rici­clare le parole di Lui­gi Crespi, l’ex sondag­gista prefer­i­to di Berlus­coni — noto anche come inven­tore del “con­trat­to con gli ital­iani” stip­u­la­to in tv dal leader di Forza Italia durante la cam­pagna elet­torale del 2001 — poi cadu­to in dis­grazia e fini­to sot­to inchi­es­ta con l’ac­cusa di ban­car­ot­ta per il fal­li­men­to del­la sua Hdc-Data­me­dia.

Inter­vis­ta­to il 22 novem­bre da Repub­bli­ca a propos­i­to del­lo scan­da­lo delle relazioni peri­colose tra i ver­ti­ci Rai e Medi­aset nel quin­quen­nio berlus­co­ni­ano, Crespi ha respin­to l’ac­cusa di taroc­ca­men­to delle per­centu­ali sem­pre pos­i­tive che attribui­va a Forza Italia, soste­nen­do che «il sondag­gio è sem­pre fat­to bene. I numeri sono quel­li. Quan­do li pas­si all’uf­fi­cio pro­pa­gan­da ven­gono cuci­nati meglio, ecco». Il sospet­to, ecco, è che anche al min­is­tero del­la Salute dispongano di buoni cuochi.

icon-file‑o Dossier sul servizio san­i­tario nazionale
icon-file‑o L’indagine inte­grale del­la Swg

Arti­co­lo pub­bli­ca­to anche su Medi­um

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Commento

  1. Io sono uno dei detrat­tori del­la cam­pagna, citati da questo arti­co­lo. Non mi dilun­go sulle moti­vazioni del­la mia idea a riguar­do, se volete, vis­i­tate il mio blog e leggete cosa ne pen­so.
    Cre­do che attual­mente sia quan­tomeno ridi­co­lo dare cred­i­to a sondag­gi che ripor­tano val­ori sen­za nes­sun riscon­tro. Ma ci cre­dete vera­mente quan­do vi dicono che i val­ori del sondag­gio sono questi o quel­li? Quale cam­pi­one han­no real­mente usato? Chi ha ver­i­fi­ca­to i dati? Su inter­net, come ripor­ta gius­ta­mente l’ar­ti­co­lo di cui sopra, le opin­ioni sul­la cam­pagna pub­blic­i­taria sem­bra­no propen­dere sen­si­bil­mente ver­so un’al­tra direzione…

  2. Aggiun­go che a propos­i­to di ques­ta indagine qual­cuno ave­va già soll­e­va­to dei dub­bi pre­ven­tivi. Per­sonal­mente non dubito del­la seri­età del­la Swg, ma come per ogni sondag­gio i risul­tati sono influen­za­ti dalle domande che ven­gono poste al cam­pi­one e pos­sono prestar­si a let­ture diverse, a sec­on­da degli aspet­ti che si vogliono enfa­tiz­zare.

    Per chi volesse leg­gere il post di Uzu­ma­ki sul­l’ar­go­men­to, questo è il link diret­to.

  3. Sta­vo per scam­biar­lo per uno dei tan­ti mes­sag­gi di spam, ma in realtà il link posta­to da Oscar nel com­men­to prece­dente por­ta a una pag­i­na in cui qual­cuno si è eserci­ta­to a mod­i­fi­care il poster del­la cam­pagna del min­is­tero del­la Salute, con risul­tati diver­ten­ti. Non siamo ai liv­el­li di fenom­e­no di mas­sa del “Meno tasse per Tot­ti”, ma del resto la cam­pagna per i trent’anni del Servizio san­i­tario nazionale è dura­ta solo un mese e il bud­get era soltan­to di 1,5 mil­ioni di euro, mica i fan­tastil­iar­di di Berlus­coni.