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Si può riferire del cor­doglio di Sil­vio Berlus­coni per la morte di Enzo Bia­gi sen­za citare il famiger­a­to “edit­to bul­garo” del 2002? Non solo si può, ma si fa. Lo ha fat­to, per esem­pio, il Tg1, che pur ded­i­can­do un ampio spazio a inter­viste e servizi ded­i­cati alla scom­parsa del gior­nal­ista, non si è pre­oc­cu­pa­to di rin­fres­care la memo­ria ai suoi tele­spet­ta­tori, declas­san­do la pur­ga berlus­co­ni­ana di cinque anni fa al ran­go di screzio.

Così facen­do il tele­gior­nale di pun­ta del­la Rai ha fat­to pro­pria la ver­sione del­lo stes­so Berlus­coni che oggi, dopo esser­si pre­so un po’ di tem­po per elab­o­rare una dichiarazione adegua­ta a una cir­costan­za poten­zial­mente imbaraz­zante (per lui), se n’è usci­to con la con­sue­ta fac­cia di bron­zo spie­gan­do che «al di là delle vicende che ci han­no qualche vol­ta divi­so, ren­do omag­gio a uno dei pro­tag­o­nisti del gior­nal­is­mo ital­iano, cui sono sta­to per lun­go tem­po lega­to da un rap­por­to di cor­dial­ità che nasce­va dal­la sti­ma».

Le vie del­la sti­ma e del­la cor­dial­ità, evi­den­te­mente, sono infi­nite. Il 18 aprile 2002, durante una con­feren­za stam­pa a Sofia, in Bul­gar­ia, l’al­lo­ra pres­i­dente del Con­siglio Berlus­coni — lo stes­so Berlus­coni, non un omon­i­mo, che oggi esprime apprez­za­men­to per il decano del gior­nal­is­mo appe­na scom­par­so — chiese che Enzo Bia­gi fos­se allon­tana­to dal­la Rai, insieme a Michele San­toro e Daniele Lut­tazzi, per aver fat­to quel­lo che definì «un uso crim­i­noso del­la tele­vi­sione pub­bli­ca» nel cor­so del­la prece­dente cam­pagna elet­torale del 2001. Un dik­tat che i nuovi ver­ti­ci fil­o­gov­er­na­tivi del­la Rai eseguirono alla let­tera alla pri­ma occa­sione utile.

Il diret­tore del Cor­riere del­la Sera, Pao­lo Mieli, a propos­i­to del­l’edit­to bul­garo, ha ricorda­to che per Bia­gi «fu un brut­to momen­to», aggiun­gen­do però di non credere che «avrebbe volu­to essere ricorda­to oggi per quel­l’episo­dio. Bia­gi è sta­to un grande, vera­mente uno dei numeri uno del gior­nal­is­mo ital­iano e, come capi­ta ai numeri uno del gior­nal­is­mo, incap­pano anche in polemiche con i poteri cos­ti­tu­iti».

A Mieli, che liq­ui­da con un po’ trop­pa dis­in­voltura come una delle tante polemiche quel­la che invece fu una vera e pro­pria epu­razione, bisogna però ricor­dare che Bia­gi è sta­to pri­ma di tut­to un cro­nista serio e rig­oroso, e in quan­to tale non avrebbe nem­meno apprez­za­to l’omis­sione e il trav­isa­men­to dei fat­ti prat­i­ca­to da Berlus­coni a propos­i­to di quel­l’episo­dio, con la com­plic­ità del Tg1 e del­la coorte di pen­niven­doli che fig­u­ra­no sul suo libro paga.

Per questo meri­ta di essere sot­to­scrit­to in toto l’aus­pi­cio espres­so da Mar­co Travaglio: «Spero che, a dif­feren­za di Indro Mon­tanel­li, Enzo Bia­gi abbia sti­la­to l’e­len­co delle per­sone che non vor­rebbe vedere ai suoi funer­ali. Morire a qua­si 90 anni può cap­itare, ma aver rov­ina­to gli ulti­mi cinque anni di vita di Bia­gi è un crim­ine. Temo che non suc­ced­erà, ma mi auguro che Berlus­coni e i suoi servi, Del Noce e Sac­cà, che nel 2002 eseguirono il dik­tat bul­garo, tro­vi­no almeno il cor­ag­gio di tacere. Anche per­ché da oggi Bia­gi non può più fare un uso crim­i­noso del­la tele­vi­sione».

Vignetta di Mauro Biani

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Commento

  1. Io cre­do che “l’u­so crim­i­noso del­la tele­vi­sione pub­bli­ca” lo abbia fat­to pro­prio Berlus­coni che con il suo dik­tat ha pri­va­to pre­co­ce­mente gli ital­iani del­la pre­sen­za tele­vi­si­va di uno dei mag­giori uomi­ni di cul­tura del nos­tro tem­po…
    Ciao.

  2. Grave perdi­ta per­tut­ti noi.…Mi asso­cio al dolore per Biagi,cronista saggio,ironico e coer­ente.….

  3. Non per­don­erò mai a Berlus­coni di aver­mi pri­va­to del­la pre­sen­za di BIAGI in TV negli ulti­mi 5 anni!!!!