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Una madre costret­ta a par­torire in carcere un figlio nato con una mal­for­mazione con­geni­ta. Un padre che dopo aver stran­go­la­to il figlio autis­ti­co di 26 anni viene scarcer­a­to, guadag­nan­dosi un invi­to a rac­con­tare in pri­ma per­sona la sua sto­ria nei tele­gior­nali del­la pri­ma ser­a­ta. Due vicende par­al­lele che rischi­ano di pas­sare inosser­vate nel giorno del­la grande disce­sa in cam­po di Wal­ter Vel­troni, il Mosè del popo­lo smar­ri­to del cen­trosin­is­tra che dal Lin­got­to di Tori­no ha det­ta­to le sue tav­ole del­la legge. Due vicende che però rap­p­re­sen­tano alla per­fezione le con­trad­dizioni di un’I­talia sot­toso­pra, che las­cia in gat­tabuia chi ha appe­na mes­so al mon­do un figlio, e resti­tu­isce subito la lib­ertà, con tan­to di las­ci­a­pas­sare tele­vi­si­vo, a chi ha appe­na ammaz­za­to il suo.

Si dirà che la ragaz­za 21enne — una nomade — che alle tre del mat­ti­no del 24 giug­no ha par­tori­to il suo bam­bi­no nel carcere romano di Rebib­bia Fem­minile meri­ta di restare in carcere per­ché colpev­ole del reato di fur­to aggra­va­to, per cui le è sta­ta com­mi­na­ta una con­dan­na a sei mesi (la certez­za del­la pena, per­bac­co!). E che, vicev­er­sa, Calogero Cra­pan­zano, il mae­stro in pen­sione di 60 anni che saba­to scor­so ha ucciso il figlio Ange­lo, sof­fo­can­do­lo con la cor­da da traino del­l’au­to, va capi­to e per­do­na­to. In fon­do ha agi­to in pre­da all’e­sasper­azione, dopo anni di sof­fer­ta con­viven­za con il figlio autis­ti­co, sen­za che nes­suno lo aiu­tasse a far ricov­er­are il ragaz­zo in cen­tri spe­cial­iz­za­ti. Quel­la che emerge da queste due vicende, però, è una soci­età intran­si­gente fino alla crudeltà con chi vio­la la pro­pri­età pri­va­ta — a pat­to che si trat­ti di un “pesce pic­co­lo” nat­u­ral­mente — e assai più mag­nan­i­ma con chi spez­za una vita umana, specie se si trat­ta di quel­la di un dis­abile.

Il com­pi­to di giu­di­care Calogero Cra­pan­zano spet­ta, ovvi­a­mente, alla mag­i­s­tratu­ra. Qui sot­to accusa è la scelta di due tele­gior­nali come il Tg1 e il Tg2 di con­cedere il pul­pi­to del­la pri­ma ser­a­ta a un omi­ci­da a dis­tan­za di pochi giorni dal delit­to e sen­za nes­sun con­trad­dit­to­rio. Non quel­lo impos­si­bile con Ange­lo, che domani sarà sepolto a Paler­mo, e nep­pure quel­lo con sua madre, che dopo la morte del figlio ha las­ci­a­to la casa di famiglia.

La trage­dia sicil­iana pote­va essere l’oc­ca­sione per appro­fondire i prob­le­mi legati all’autismo e ver­i­fi­care se e per­ché i gen­i­tori di Ange­lo sono sta­ti las­ciati soli a gestire la situ­azione dalle isti­tuzioni. Mag­a­ri coin­vol­gen­do asso­ci­azioni come l’Angsa, Autismo Italia o Autismo e Futuro, che di recente ha denun­ci­a­to il sen­so di abban­dono del­la mag­gio­ran­za delle famiglie romane che devono fare i con­ti con ques­ta malat­tia. O, meglio anco­ra, l’Asso­ci­azione Gen­i­tori Sogget­ti Autis­ti­ci Sicil­iani, vis­to che il caso è avvenu­to nel­l’iso­la.

Tg1 e Tg2, assue­fat­ti alla tec­ni­ca assai poco gior­nal­is­ti­ca del­l’in­ter­vista in ginoc­chio al politi­co di turno, han­no invece opta­to per la como­da scor­ci­a­toia del­lo scoop, lim­i­tan­dosi a cedere il micro­fono al diret­to inter­es­sato. Ne è sca­tu­ri­to un rac­con­to gius­ti­fi­cazion­ista del delit­to, che sem­bra appro­dare alla sgrade­v­ole con­clu­sione che l’omi­cidio, in casi come questo, sia l’u­ni­ca soluzione pos­si­bile. Tan­to più che può anche scap­par­ci un’ap­parizione in tv.

 

https://www.youtube.com/watch?v=2PGXuaj0-rE

 

Aggior­na­men­to. L’8 novem­bre 2007 il gup Loren­zo Matas­sa ha con­dan­na­to, col rito abbre­vi­a­to, a nove anni e quat­tro mesi di reclu­sione Calogero Cra­pan­zano. Nel­la moti­vazione del­la sen­ten­za il gup ha esclu­so la pre­med­i­tazione con­div­i­den­do quan­do sostenu­to dal legale di Cra­pan­zano, Giuseppe Scia­r­rot­ta.

«Sen­za pietismo e vit­timiz­zazioni, ma solo per com­pro­vare al proces­so la ver­ità di un fat­to stori­co – scrive il mag­is­tra­to nelle 20 pagine del­la moti­vazione let­ta in aula con­tes­tual­mente al dis­pos­i­ti­vo – può affer­mar­si che le con­dizioni di vita famil­iare e sociale del­l’im­pu­ta­to era­no, al tem­po del­la com­mis­sione del reato, con­dizion­ate dal pesante fardel­lo di omis­sioni, inco­eren­ze e frain­tendi­men­ti del sis­tema socio-san­i­tario in mate­ria di salute che gen­er­a­no gravi com­pro­mis­sioni del dirit­to fon­da­men­tale pre­vis­to dal­la Cos­ti­tuzione».

«Cosa fa lo Sta­to – si chiede il gup – per curare chi è col­pi­to dal male autis­ti­co? In quale modo si tutela l’in­tegrità delle famiglie che da questo male ven­gono tra­volte? La rispos­ta triste e dis­ar­mante è purtrop­po quel­la che impli­ca l’assen­za: nul­la». Il mag­is­tra­to definisce non effi­ciente la realtà in mate­ria di cura, assis­ten­za e ausilio alla malat­tia men­tale.

Pur rib­aden­do che «l’as­sas­sinio non è toller­a­bile, né scus­abile», il gup tiene con­to del dram­ma di Cra­pan­zano che, in soli­tu­dine, sen­za alcun aiu­to delle isti­tuzioni, «per qua­si tren­t’an­ni ha ded­i­ca­to intera­mente al figlio dis­abile la sua vita». Queste argo­men­tazioni han­no indot­to Matas­sa a con­cedere all’im­pu­ta­to le atten­u­an­ti gener­iche. «Non ci fu dram­ma del­la fol­lia – con­clude il mag­is­tra­to – ma dram­ma del­la malat­tia».

La madre del­la vit­ti­ma era sta­ta cita­ta come parte offe­sa dal­la procu­ra ma non si è cos­ti­tui­ta parte civile. Calogero Cra­pan­zano, che gra­zie al rito abbre­vi­a­to ha potu­to godere del­lo scon­to di pena di un ter­zo, res­ta comunque libero fino a quan­do la sen­ten­za non diven­terà defin­i­ti­va.

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17 Commenti

  1. La deci­sione di scarcer­are o non carcer­are pen­so sia gius­to las­cia­r­la ai mag­is­trati, sono sem­pre molto restio a met­ter­vi boc­ca.
    Per il resto, sono d’ac­cor­do con il tuo post. La man­can­za di gior­nal­is­mo d’inchi­es­ta in Italia pen­so, invece, sia una grave pec­ca del nos­tro sis­tema che andrebbe dis­cus­sa a fon­do. Molti gior­nal­isti han­no dimen­ti­ca­to l’essen­za del loro lavoro, cre­do anche per­ché l’inchi­es­ta è osteggia­ta da molti diret­tori ed edi­tori. Ci siamo abit­uati a tele­gior­nali fat­ti di cronaca nera e par­la­mentare, dimen­ti­can­do che il gior­nal­is­mo serve non solo a rac­con­tare fat­ti ma a far fare un’idea. Il gior­nal­ista dovrebbe scav­are per vedere da dove nasce l’even­to dis­cus­so, in questo caso cosa spinge un gen­i­tore ad uccidere suo figlio, dove era­no le isti­tuzioni, dove le asso­ci­azioni, come vivono le famiglie con figli autis­ti­ci. Far­si un’idea serve anche ad evitare di ripetere alcu­ni errori.

  2. Ti ringrazio per il com­men­to, che con­di­vi­do. Ten­go a pre­cis­are che quan­do ho scrit­to che “il com­pi­to di giu­di­care Calogero Cra­pan­zano spet­ta, ovvi­a­mente, alla mag­i­s­tratu­ra”, mi riferi­vo anche alla deci­sione di scarcer­ar­lo o meno. A questo propos­i­to, però, va sot­to­lin­eato che nel caso del­la don­na che ha par­tori­to a Rebib­bia la legge che prevede l’ob­bli­go di mis­ure alter­na­tive al carcere per le par­to­ri­en­ti (la legge 40 del 2001) non è sta­ta rispet­ta­ta, per­ché pare che il Tri­bunale di Roma non abbia rispos­to alle richi­este invi­ate dal­la direzione di Rebib­bia. A pre­scindere dalle repon­s­abil­ità, è un fat­to grave anche per­ché, come ha sot­to­lin­eato il garante dei detenu­ti del Lazio, Angi­o­lo Mar­roni, “il par­to è un fat­to nat­u­rale, non una cosa stra­or­di­nar­ia, e dunque trasfer­i­men­ti e scarcer­azioni sono ampia­mente pre­ven­tivabili anche per evitare ogni tipo di ris­chio ai nasc­i­turi e alle loro mamme”.

  3. Sono gen­i­tore di un bim­bo con autismo di 2 anni, e la notizia del dram­ma di Paler­mo mi ha molto toc­ca­to.
    Sono d’ac­cor­do sul prob­a­bile errore dei tele­gior­nali per come han­no pre­sen­ta­to la notizia, anche se non li ho visti per­sonal­mente. Tut­tavia riten­go che la scarcer­azione del gen­i­tore in atte­sa del proces­so non sia affat­to fuori luo­go. La deten­zione pri­ma del­la sen­ten­za deve essere moti­va­ta dal ris­chio di reit­er­are il reato o inquinare le prove e, chiara­mente, non è questo il caso.

    Riguar­do il par­to in carcere non ho parole. Evi­den­te­mente in Italia la gius­tizia è dis­ug­uale per tut­ti.

  4. Il video del­l’in­ter­vista del Tg1 ho avu­to il tem­po di inserir­lo solo poco fa. Sul­la scarcer­azione del padre di Ange­lo non ho moti­vo di dubitare che fos­se legit­ti­ma, ma mi ha col­pi­to molto la con­comi­tan­za con la notizia del­la don­na costret­ta a par­torire in carcere e sep­a­ra­ta dal figlio subito dopo. Notizia che, da quel­lo che ho vis­to, non ha fat­to altret­tan­to clam­ore. E’ questo l’aspet­to che mi ha amareg­gia­to di più, insieme al modo in cui è sta­to pre­sen­ta­to in tele­vi­sione il delit­to di Paler­mo (e sui gior­nali che ho let­to non ho trova­to molto di meglio). Non è la pri­ma vol­ta, infat­ti, che di fronte a sto­rie ter­ri­bili come quelle di gen­i­tori che ammaz­zano i figli — in par­ti­co­lare figli dis­abili, tossi­codipen­den­ti o comunque prob­lem­ati­ci — le cronache cav­al­cano soltan­to gli aspet­ti emo­tivi tralas­cian­do tut­to il resto, di soli­to sposan­do subito la tesi per­don­ista per via delle cir­costanze dif­fi­cili. In un peri­o­do in cui si fa un gran par­lare di tesoret­to e sosteg­no alle famiglie, la sto­ria di Ange­lo avrebbe invece potu­to e dovu­to fornire lo spun­to per un ragion­a­men­to sulle forme di aiu­to e assis­ten­za ai dis­abili in gen­erale e sul­l’autismo in par­ti­co­lare. E’ cer­ta­mente un modo di fare infor­mazione che richiede uno sfor­zo in più, ma lim­i­tar­si a piaz­zare il micro­fono davan­ti alla boc­ca di un padre che ha appe­na ammaz­za­to il figlio mi sem­bra — fran­ca­mente — un po’ trop­po. Se si giu­di­ca trop­po com­pli­ca­ta la stra­da del­l’ap­pro­fondi­men­to, meglio riferire i fat­ti essen­ziali e nien­t’al­tro.

  5. non sono molto d’ac­cor­do sul­la polem­i­ca.

    nep­pure io avrei fat­to par­torire in carcere la zin­gara, però tra lei e il padre omi­ci­da con­tin­uo a ritenere migliore il sec­on­do.

    in pri­mo luo­go per­ché il suo delit­to lo ha commes­so spin­to dal­la dis­per­azione di anni e anni con un figlio dis­abile, dal momen­to che come fai ril­e­vare gius­ta­mente tu la soci­età non lo ha assis­ti­to, non vedo per­ché deb­ba punir­lo se lui ha deciso di uscirne così. il prob­le­ma è sta­to “suo” per tut­ta la vita e lui ha volu­to risolver­lo appun­to da solo e con gli stru­men­ti che la soli­tu­dine in cui lo abbi­amo costret­to per anni gli ha dato.

    come uomo e come giu­dice non rius­cirei a biasi­mar­lo più di tan­to. e se fos­si autis­ti­co prob­a­bil­mente — poten­do far­lo — chiederei di essere fat­to fuori.

    la zin­gara: sua figlia non mer­i­ta­va di nascere in galera, ma sia chiaro che l’avrei fat­ta nascere in ospedale solo per il rispet­to dovu­to a ques­ta nuo­va vita (inno­cente per definizione) e non cer­to per la madre.

    per­ché — la dif­feren­za mi pare chiara: il padre non coin­volge terzi nel­la sof­feren­za (figlio a parte). i ladri e i topi d’ap­par­ta­men­to invece, si. sen­za nep­pure l’at­ten­u­ante di aver­li mes­si al mon­do e assis­ti­ti fino al lim­ite del­la sop­por­tazione. per cui tro­vo più aber­rante il fur­to che questo gesto dis­per­a­to (per­ché fur­to prob­a­bil­mente non di beni di pri­ma neces­sità, per­ché guar­da caso gli zin­gari che rap­inano appar­ta­men­ti non svuotano il fri­go, trat­tan­dosi di fame e neces­sità, il che com­pren­derei e capirei, ma por­tano via sol­di e altri beni volut­tuari e non nec­es­sari).

    in una paro­la: se hai fame e vai al ris­torante e poi scap­pi via sen­za pagare, lo capis­co. se ti infili in tas­ca la mia TV c’è qual­cosa che non quadra.

    ma si dirà Cra­pan­zano è un omi­ci­da? oh cer­to! pec­ca­to che di omi­ci­di di mas­sa che fos­foriz­zano intere cit­tà e pro­muovono guerre su grande scala siedono col tito­lo di onorevoli e viag­giano con gli onori da capi di sta­to.

    se devo con­tin­uare a sol­i­dariz­zare allo­ra sol­i­dariz­zo col “borgh­ese pic­co­lo pic­co­lo” che uccide il figlio, fin­tan­to che chi siede ai ver­ti­ci del­la gius­ti­za non si aster­rà da cri­m­i­ni peg­giori.

    piut­tosto che col borgh­ese grande grande che man­da un eserci­to a invadere altre nazioni, provo­can­do ben più gravi atro­ci e ingius­ti­fi­cati omi­ci­di.

    insom­ma, non sono molto d’ac­cor­do col post.

  6. E io non sono d’ac­cor­do con il tuo com­men­to, ma ti ringrazio lo stes­so per­ché mi offri l’as­sist per alcune ulte­ri­ori con­sid­er­azioni.

    Innanz­i­tut­to, mi spi­ace che il mio post ti abbia spin­to a sti­lare una specie di clas­si­fi­ca tra la don­na che ha par­tori­to in carcere e il padre che ha ucciso il figlio. Io ho mes­so a con­fron­to le due vicende, ma mi guar­do bene dal­l’asseg­nare pag­elle morali o emanare sen­ten­ze su per­sone di cui conosco solo il poco che mi è sta­to rac­con­ta­to da qualche sito web, arti­co­lo di gior­nale e servizio tv.

    Sul­la ragaz­za nomade, per esem­pio, so soltan­to che ha 21 anni, che ha altri figli e che è sta­ta con­dan­na­ta a sei mesi per fur­to aggra­va­to. Non so che cosa abbia ruba­to e se lo abbia fat­to per sfamar­si o per altri motivi. E nem­meno tu. Se alla sua vicen­da fos­se sta­to ded­i­ca­to lo stes­so spazio del delit­to di Paler­mo, forse ne saprem­mo entram­bi di più.

    Leggen­do il resto del tuo com­men­to mi sono ricorda­to che il moti­vo per cui ho scrit­to questo arti­co­lo è sta­ta anche la pre­vi­sione di reazioni come la tua alla notizia del padre che ha ucciso il figlio a Paler­mo. Il rifer­i­men­to davvero infe­lice alla tua richi­es­ta “di essere fat­to fuori” se fos­si autis­ti­co — che spero ti fac­cia arrossire almeno un po’ rileggen­dola — dà la misura di quale sia la tua con­sid­er­azione per le per­sone che sof­frono di ques­ta malat­tia. Una con­sid­er­azione che temo essere piut­tosto dif­fusa.

    Idem quan­do dici che quel­lo del padre di Paler­mo era un prob­le­ma “suo” che non ha coin­volto terzi nel­la sof­feren­za, met­ten­do il figlio tra par­ente­si (ma lui, sec­on­do te, vol­e­va essere fat­to fuori) e scor­dan­doti del tut­to la madre, che forse — con­ver­rai con me — qualche dirit­to di deci­sione sul figlio l’ave­va al pari del mar­i­to. Non a caso pare che se ne sia anda­ta di casa subito dopo l’omi­cidio.

    Dan­do un’oc­chi­a­ta al tuo blog mi sono imbat­tuto nel post in cui par­li di una gat­ti­na “piangente, tre­mante, sola e affama­ta”, che tu e la tua ragaz­za avete soc­cor­so. Pre­mes­so che con­di­vi­do i tuoi stes­si sen­ti­men­ti nei con­fron­ti di “tut­ti i bas­tar­di che ren­dono ogni giorno la vita degli ani­mali un infer­no”, mi sarei aspet­ta­to che tu ris­er­vas­si almeno altret­tan­ta pietà al figlio autis­ti­co ammaz­za­to dal padre. Se non altro ti sei ricorda­to, gius­ta­mente, dei dirit­ti del­l’al­tro figlio nato in carcere, “inno­cente per definizione”. Fac­cio però notare che è nato con una mal­for­mazione con­geni­ta, e che quin­di, stan­do al tuo “ragion­a­men­to”, potrebbe valere anche per lui la richi­es­ta di essere fat­to fuori.

    A propos­i­to del­la dis­tinzione che fai tra il fur­to com­pi­u­to dai topi di appar­ta­men­to e l’omi­cidio del padre, al pos­to del sot­to­scrit­to ti risponde il codice penale, per cui l’omi­cidio — almeno in teo­ria — è puni­to più sev­era­mente del fur­to, sen­za fare dis­tinzioni tra borgh­e­si pic­coli, borgh­e­si gran­di gran­di, noma­di e pro­le­tari. Poi ci sono atten­u­an­ti e aggra­van­ti, ma la dis­tinzione tra i due reati è chiara. E meno male. Solo per il codice penale, però, per­ché — come ho già scrit­to nel post — nel­la prat­i­ca, e nel­l’opin­ione di per­sone come te, spes­so la pro­pri­età pri­va­ta meri­ta una tutela mag­giore del­la vita, specie se si trat­ta di quel­la di un dis­abile.

    Invece di indig­nar­si per uno sta­to che spende mil­iar­di di euro in sedi­cen­ti mis­sioni di “pace” e gran­di opere utili soprat­tut­to ad arraf­fare tan­gen­ti, des­ti­nan­do le brici­ole al wel­fare, la mag­gio­ran­za del­la gente, dietro sug­ger­i­men­to dei Tg, preferisce com­muover­si quan­do un padre — poveri­no — è “costret­to” ad ammaz­zare il figlio per­ché non ce la fa più. Ed è ques­ta la cosa che mi fa incaz­zare di più.

  7. il dibat­ti­to è inter­es­sante.
    ma vor­rei chiarire:

    pun­to pri­mo: non vole­vo fare una sta­tis­ti­ca più di quan­to tu non abbia innesca­to una polem­i­ca con­tro­ver­sa. cre­do che entram­bi siamo ani­mati dalle stesse inten­zioni (buone o cat­tive): ossia tentare un con­fron­to dei due casi, tenen­do bene pre­sen­ti i lim­i­ti delle nos­tre conoscen­ze in mer­i­to. per cui — come te — non inten­do erg­er­mi a giu­dice asso­lu­to ma vor­rei solo dire le mie impres­sioni.

    del “rifer­i­men­to infe­lice” non vedo per­ché arrossire. ti assi­curo che non ho un bel niente da rim­prover­ar­mi su questo pun­to, per cui rin­vio gen­til­mente a te ques­ta osser­vazione.

    ci ten­go solo a pre­cis­are che esistono casi e casi di autismo, dai più sem­pli­ci e meglio trat­ta­bili ai più dis­perati. cre­do che le uniche per­sone che pos­sano par­lare con vera cog­nizione di causa siano quel­li che COME il padre di Paler­mo con­vi­vano con questo prob­le­ma. quan­tomeno la mia opin­ione è infon­da­ta come la tua. immag­i­no tut­tavia che quel padre avesse molte più infor­mazioni di noi. lun­gi da me riten­er­lo un eroe, ma non cre­do umana­mente e razional­mente di poter­lo con­dannare come fai tu.

    il che non vuol dire che non abbia pietà per quel figlio, ma ho altret­tan­ta pietà per quel padre. se poi questo lo chi­a­mi com­muover­si, non direi, è sem­plice­mente riconoscere le atten­u­an­ti a chi è assai più dis­per­a­to di me e te che chi­ac­cheri­amo del più e del meno.

    per­sonal­mente cre­do che se fos­si inca­pace di inten­dere e vol­ere potrei tran­quil­la­mente affi­dar­mi al giudizio di chi amo: che mi fac­cia fuori o mi fac­cia vivere la cosa è asso­lu­ta­mente irril­e­vante. vor­rei che decidesse sec­on­do quel­lo che è meglio per me (e sarei cer­to che sceglierebbe bene). pos­to che il mio imped­i­men­to sia tale da non con­sen­tir­mi una vita ragionevol­mente toller­a­bile. questo vale anche per i figli mal­for­mati: dipende molto da che cosa com­por­ta la mal­for­mazione.

    in questo caso di Paler­mo par­lerei di atto di eutana­sia e umana pietà. e solo di omi­cidio in sen­so tec­ni­co. e torno a dire: mi fa più schi­fo un crim­i­nale comune di un padre che uccide il figlio per­ché non sop­por­ta più (immag­i­no) di ved­er­lo sof­frire.

    come vedi niente di cui ver­gog­n­ar­mi, ma andar fiero a tes­ta alta.

    poi ognuno è libero di avere le sue idee. le tue sono altret­tan­to legit­time delle mie anche se diverse, ma io almeno non cer­co di far­ti sen­tire in col­pa.

    un po’ di umiltà ti miglior­erebbe.

    con la mas­si­ma ami­cizia e cor­dial­ità

  8. Caro Furio, ti ringrazio per il nuo­vo com­men­to e apprez­zo il fat­to che tu abbia tenu­to a pre­cis­are alcu­ni pun­ti. Per espe­rien­za diret­ta, so benis­si­mo che scriven­do si può essere frain­te­si, anche per­ché spes­so — per neces­sità di sin­te­si — si tralas­ciano alcu­ni pas­sag­gi.

    Fat­ta ques­ta pre­mes­sa, con­tin­uo a ritenere infe­lice la tua usci­ta su un’ipotet­i­ca deci­sione di essere fat­to fuori se fos­si autis­ti­co, pro­prio per­ché si trat­ta di un’ipote­si non ver­i­fi­ca­bile che del­e­ga al padre dirit­to di vita e di morte sul figlio, che forse sul suo omi­cidio avrebbe avu­to qual­cosa da ridire. E lo stes­so dis­cor­so vale per la madre, che anche le cronache sul delit­to han­no curiosa­mente rel­e­ga­to in un angoli­no.

    Se può servire a far­mi apparire più umile, ti assi­curo che qualche vol­ta, rileggen­do col sen­no di poi alcune cose che ho scrit­to, mi è cap­i­ta­to di arrossire e desider­are di non aver­le mai scritte, o di aver­lo fat­to in modo diver­so. Non mi è cap­i­ta­to spes­so solo per­ché, nei lim­i­ti del pos­si­bile, cer­co di pesare accu­rata­mente le parole che uso. Il mio aus­pi­cio che tu arrossis­si non era un modo per far­ti sen­tire in col­pa, ma piut­tosto un invi­to a riflet­tere di più sulle impli­cazioni di quel­lo che hai scrit­to, nel­la sper­an­za — poco umile, lo ammet­to — di essere rius­ci­to a far­ti cam­biare idea. Almeno un po’.

    Per il resto, ti chiedo soltan­to di non attribuir­mi cose che non ho mai scrit­to, come la con­dan­na del padre di Ange­lo. Nel mio ulti­mo com­men­to e in quel­li prece­den­ti ho già sot­to­lin­eato più volte che il com­pi­to di giu­di­care, ed even­tual­mente con­dannare, spet­ta ai giu­di­ci, tenen­do con­to delle atten­u­an­ti e delle cir­costanze in cui è mat­u­ra­to il delit­to. Io mi sono lim­i­ta­to a non sposare subito il gius­ti­fi­cazion­is­mo dif­fu­so e a con­dannare — questo sì — il modo in cui è sta­ta data la notizia da Tg1 e Tg2 (sen­za dimen­ti­care il sostanziale silen­zio che ha accom­pa­g­na­to la notizia del­la don­na costret­ta a par­torire in carcere).

    Pos­so anche aggiun­gere che, pur non gius­ti­f­i­can­do il gesto del padre, il fat­to che sia con­dan­na­to o meno dal­la mag­i­s­tratu­ra mi è tut­to som­ma­to indif­fer­ente, vis­to che nes­suna con­dan­na potrà riportare in vita Ange­lo. Non aus­pi­co, tan­to meno, una dura con­dan­na e non mi inter­es­sano le divi­sioni “alla Cogne” tra inno­cen­tisti e colpevolisti. Piut­tosto mi auguro che da una vicen­da trag­i­ca come ques­ta sca­tur­isca un dibat­ti­to pub­bli­co serio sul­l’autismo e, più in gen­erale, sul­la dis­abil­ità. In mer­i­to, tut­tavia, non mi fac­cio troppe illu­sioni, per­ché l’hand­i­cap è argo­men­to da grande audi­ence solo quan­do sfo­cia in casi ecla­tan­ti come questo.

    Non riesco però a seguir­ti, con tut­ta la buona volon­tà, sul ter­reno del con­fron­to tra il delit­to di Paler­mo e i reati commes­si dai crim­i­nali comu­ni, che mi sem­bra intro­durre il prin­ci­pio — poten­zial­mente peri­coloso — del dirit­to sogget­ti­vo di dare la morte a qual­cun altro, almeno in casi che vedono coin­volte per­sone “inca­paci di inten­dere e di vol­ere”. Mi ren­do anche con­to che si trat­ta di un ter­reno mina­to che può sfo­cia­re in dis­cus­sioni infi­nite su eutana­sia, pena di morte, tes­ta­men­to bio­logi­co, abor­to, guerre pre­ven­tive e così via.

    Si potrebbe dis­cutere anche sul fat­to che Ange­lo fos­se davvero inca­pace di inten­dere e di vol­ere, e se un cavo da traino per auto attorno al col­lo pos­sa essere con­sid­er­a­to una for­ma di eutana­sia, ma mi lim­i­to a far­ti pre­sente che, sec­on­do la ver­sione dei fat­ti for­ni­ta dal­lo stes­so Cra­pan­zano nel­l’in­ter­vista man­da­ta in onda da Tg1 e Tg2, il suo è sta­to un rap­tus frut­to del­l’e­sasper­azione per la dif­fi­cile con­viven­za col figlio, non un atto di uman­ità per met­tere fine alle sue sof­feren­ze.

    Per chi­ud­ere, pre­ciso soltan­to che per me queste non sono chi­ac­chiere del più o del meno. Se le con­sid­eras­si solo chi­ac­chiere, prob­a­bil­mente non mi sarei nem­meno pre­so la briga di scri­vere. Se l’ho fat­to subito, appe­na appre­sa la notizia, è per­ché la vicen­da e il modo in cui è sta­ta riferi­ta mi ha col­pi­to molto.

  9. Quan­ti dis­abili dovran­no anco­ra morire per mano di un gen­i­tore dis­per­a­to per­ché abban­do­na­to a se stes­so dalle isti­tuzioni? Sem­bra che queste ultime non pos­sano fare altro che con­cedere una sor­ta di “licen­za di uccidere ” come parte­ci­pazione alla dis­per­azione di chi vive per anni (l’ul­ti­mo assas­si­no 26) nel­la soli­tu­dine pres­soché totale,a parte le spo­radiche pac­che sulle spalle e niente più. Non spet­ta a me giu­di­care l’as­sas­si­no ma cer­co di immedes­i­mar­mi nel­la dis­per­azione e soli­tu­dine nel­la quale ha agi­to e nel­la quale, pen­so, ricadrà anco­ra più di pri­ma.

    Chi si misura quo­tid­i­ana­mente con la dis­abil­ità vor­rebbe la reale atten­zione delle isti­tuzioni e la trage­dia di Paler­mo, come le innu­merevoli che l’han­no pre­ce­du­ta, potrebbe servire ad appro­fondire le conoscen­ze sul­l’autismo e la dis­abil­ità in gen­erale; la notizia data al tele­gior­nale sem­bra non stia aven­do nes­suno strasci­co utile alla conoscen­za del­l’hand­i­cap ma solo il riconosci­men­to che l’e­sasper­azione può far com­piere un gesto che rimane impuni­to. Non cam­bierà mai nul­la? Ci risen­ti­amo al prossi­mo assas­sinio.

    Annun­ci­a­ta

  10. Non sono così pes­simista cir­ca i servizi sociali e da un sin­go­lo dram­ma, che va con­sid­er­a­to nelle sue speci­fiche cir­costanze, non si deve arrivare imme­di­ata­mente a con­clud­ere per un gen­erale sta­to di abban­dono per i dis­abili e le loro famiglie. La situ­azione non è così dis­per­a­ta, anche se nat­u­ral­mente occorre bat­ter­si per offerte di sosteg­no sem­pre più adeguate e speci­fiche per la sin­go­la famiglia. Con­cor­do invece nel criti­care l’u­so sbriga­ti­vo che fa l’in­for­mazione di questi dram­mati­ci avven­i­men­ti e il ris­chio di aval­lare e gius­ti­fi­care l’idea di una sor­ta di “soluzione finale” come via d’us­ci­ta nec­es­saria e inelut­ta­bile che, para­dos­salmente e involon­tari­a­mente, può trovare pezze d’ap­pog­gio nelle affer­mazioni, non real­is­tiche, di abban­doni totali e gen­er­al­iz­za­ti da parte del­la soci­età e delle isti­tuzioni.

    Anto­nio

  11. Con­cor­do, per motivi diver­si, con entram­bi i com­men­ti prece­den­ti di Annun­ci­a­ta e Anto­nio, che sono rius­ci­ti a sin­te­tiz­zare effi­cace­mente — gra­zie! — alcune delle ques­tioni soll­e­vate dal delit­to del gio­vane autis­ti­co avvenu­to in Sicil­ia. Istin­ti­va­mente ten­do a con­di­videre la tesi più pes­simista di Annun­ci­a­ta, ma riconosco anche che Anto­nio ha ragione quan­do sot­to­lin­ea che da un sin­go­lo dram­ma non si deve subito arrivare a con­clud­ere per un gen­erale sta­to di abban­dono dei dis­abili e delle loro famiglie.

    Alcune vicende analoghe e i risul­tati di ricerche come quel­la con­dot­ta da Autismo e Futuro, che ho cita­to all’in­ter­no del post, sem­bra­no purtrop­po con­fer­mare che il sosteg­no for­ni­to alle famiglie non sia adegua­to — o almeno ques­ta è la percezione dei diret­ti ben­e­fi­cia­ri del sosteg­no, vis­to che nel caso di Autismo e Futuro si trat­ta­va del­l’e­lab­o­razione di risposte ottenute attra­ver­so la dis­tribuzione di un ques­tionario — ma è prob­a­bile che la situ­azione non sia iden­ti­ca ovunque. E, come ha sug­ger­i­to gius­ta­mente Anto­nio, bisogna fare mol­ta atten­zione a non eccedere in cat­a­strofis­mo per evitare che pos­sa trasfor­mar­si, con una sor­ta di effet­to-boomerang, in un aval­lo di quel­la che Annun­ci­a­ta ha defini­to la “licen­za di uccidere”.

  12. Salve a tut­ti sono la mam­ma di un bim­bo autis­ti­co di qua­si 5 anni, riguar­do a ciò che è suc­ces­so a Paler­mo cre­do che il padre non dove­va essere scarcer­a­to in quan­to tut­ti col­oro che sono abban­do­nati dalle isti­tuzioni (e cre­de­te­mi sono parec­chi) pos­sano avere il dirit­to di uccidere un figlio con questo hand­i­cap non sta a me giu­di­care il gesto ma cre­do che comunque la legge vada rispet­ta­ta da tut­ti in effet­ti il ragaz­zo autis­ti­co non è un “ogget­to” ma una per­sona a cui si devono dare cure adeguate che purtrop­po ahime non sem­pre ci sono. Spe­ri­amo che si riesca a fare molto di più per i nos­tri ragazzi ma far­lo conc­re­ta­mente non con le chi­ac­chiere di cui ci bom­bar­dano da tan­ti anni e poi come sem­pre non se ne fa nul­la.
    Per quan­to riguar­da la don­na che ha par­tori­to cre­do che si sarebbe dovu­to avere quel min­i­mo di uman­ità nel­l’aiutare ques­ta per­sona, questo fa solo capire come il nos­tro mon­do sta cam­bian­do… ma in peg­gio
    Amelia

  13. L’art. 146 del Codice Penale prevede il rin­vio obbli­ga­to­rio del­la pena per la don­na inc­in­ta o con pro­le infe­ri­ore a 1 anno di vita. Questo arti­co­lo è sta­to mod­i­fi­ca­to dal­la legge 40/2001. Come è potu­to accadere? Quante leg­gi riman­gono solo sul­la car­ta. Questo lo sap­pi­amo tut­ti, ma per­ché nes­suno fa qual­cosa. E’ più facile fare una nuo­va legge e far­si bel­li?

  14. La dis­cus­sione è inter­es­sante. Non conosco l’autismo, né ho un figlio ma questo non mi impedisce di con­tribuire alla dis­cus­sione. Non conosco il moti­vo che ha spin­to tg1 a man­dare l’in­ter­vista con il papà del­la per­sona assas­si­na­ta. Da cit­tadi­no mi piac­erebbe pen­sare che l’in­ter­vista fos­se dovu­ta più ad una provo­cazione ver­so gli ital­iani e non sem­plice­mente ad una tele­cronaca gius­ti­fi­ca­to­ria di un omi­cidio. Per­ché di questo fino a pro­va con­traria si trat­ta. Omi­cidio… e a me non mi va di sen­tire par­lare sul­la rete del servizio di sta­to un omi­ci­da! Pos­sono esser­ci le atten­u­an­ti di una vita (vor­rei sen­tire a tal propos­i­to anche la moglie che è anda­ta via di casa) ma questo cre­do non basti min­i­ma­mente per sol­i­dariz­zare con l’omi­ci­da. Quan­ti dis­abili ci sono in Italia?? ..mi ver­rebbe da dire.. ammazz­i­amoli tut­ti per­ché i gen­i­tori non ce la fan­no a vivere e tut­ti siamo più con­tenti! O den­tro o fuori. Il pen­siero e l’azione devono essere DENTRO O FUORI, BIANCO O NERO. Ogni realtà è ric­ca di infi­nite sfu­ma­ture ma non dob­bi­amo arrivare a uti­liz­zare di vol­ta in vol­ta quelle più comode per stravol­gere la realtà dei fat­ti. Ci saran­no decine di migli­a­ia di famiglie con figli dis­abili ma non per questo la loro vita (nonos­tante la inef­fi­cien­za di tan­ta parte del­lo sta­to) è triste o invivi­bile e se lo è non si arri­va cer­to ad uccidere un figlio. VUOI UCCIDERE? ..ne paghi le con­seguen­ze ma sen­za tv (la respon­s­abil­ità delle nos­tre tes­tate e redazioni, da tem­po covi salot­tieri di val­lette e onorevoli crim­i­nali, nel fornire del­la realtà una visione dis­tor­ta è qua­si asso­lu­ta)!

  15. sono vera­mente indig­na­ta di quan­to accaduto,e per di più ques­ta per­sona l’ho conosci­u­ta real­mente.…..! per me bisognerebbe chi­ud­er­lo in carcere e buttare via la chi­ave.…

  16. Sono una mam­ma di una bam­bi­na autis­ti­ca di 7 anni è vero ke nn c’è aiu­to x noi gen­i­tori di bam­bi­ni diver­sa­mente abili ma questo non ci gius­ti­fi­ca ne ci dovrebbe dare l’im­mu­nità nel trasgredire le leg­gi. Un omi­cidio res­ta sem­pre un crim­ine da punire x quan­to può essere gius­ti­fi­ca­to.

  17. Si nes­suno può togliere la vita a nes­suno, però vi pos­so garan­tire che vivere con ques­ta maledet­ta malat­tia “AUTISMO” non è facile, mi riv­ol­go a tut­ti i gen­i­tori di bam­bi­ni autis­ti­ci fac­ciamo­ci sen­tire sen­nò il nos­tro des­ti­no è segnato.….…L’Autismo fa pau­ra a tut­ti anche alle isti­tuzioni.…
    In tv invece di dare grande fratel­lo alle 21:00 che fac­ciano un servizio di come vivono le famiglie (DISPERATE) con figli autis­ti­ci.….….…