Mala tempora currunt, e ogni giorno le agenzie di stampa offrono materiale in abbondanza per corroborare questa sgradevole impressione. Ieri, in particolare, erano due i lanci meritevoli — si fa per dire — di citazione, accomunati dall’appartenenza alla categoria “parenti serpenti”, piuttosto affollata in una repubblica come quella italiana, fondata sul lavoro e sul nepotismo.
Memore delle maniere forti del nonno, l’eurodeputata Alessandra Mussolini, che deve la sua telegenica carriera politica proprio alla parentela con la buonanima (?), ha accolto favorevolmente la virile proposta del ministro della Salute, Livia Turco, di spedire i Nas dei carabinieri nelle scuole in funzione antidroga. Per non farsi scavalcare a destra, però, la segretaria nazionale di Azione Sociale ha rincarato la dose: «Ora bisogna andare avanti e mettere mano al codice penale, prevedendo espressamente che chi si droga commette un reato grave». Leggi razziali e olio di ricino, in confronto, bazzeccole.
Non è chiaro se tra i drogati che la Mussolini vuole trasformare per via legislativa in incalliti criminali rientrino anche tabagisti e alcolizzati. Di sicuro, per ora, c’è soltanto che alcol e tabacco fanno molte più vittime degli spinelli. Quindi — a rigor di logica — da parte dei Nas della Turco è auspicabile tolleranza zero anche nei confronti di chi porta in classe birra e sigarette. Al ministro e alla Mussolini suggeriamo anche di valutare la responsabilità penale degli spacciatori di suddette sostanze — ovvero tabaccai e droghieri (un nome, un destino) — adottando i provvedimenti del caso. Considerati gli alti costi sociali dei due fenomeni, è ipotizzabile il ricorso alla pena capitale — che avrebbe reso molto fiero nonno Benito — o, in alternativa, al linciaggio.
Nel frattempo proprio ieri il ministro della Giustizia (?), Clemente Mastella, si è recato al cimitero di Hammamet, in Tunisia, per una visita alla tomba di Bettino Craxi, l’ex leader del Psi che a fine anni Ottanta in materia di droghe fu un accanito proibizionista. Meno in materia di tangenti, ma nessuno — del resto — è perfetto.
A Mastella è stata recapitata a stretto giro di agenzie la gratitudine dei figli di Craxi, Bobo e Stefania, che devono proprio al papà la loro folgorante carriera politica. Stefania, calata da anni nel ruolo di “figlia offesa dell’esule”, che ormai recita alla perfezione, lo ha definito «un atto gentile, che mi ripaga parzialmente delle amarezze che non sono mancate nemmeno in questi giorni, a 14 anni dal golpe mediatico-giudiziario che ha distrutto il Psi e a sette anni dalla sua morte prematura». Commosso anche Bobo: «L’omaggio reso quest’oggi dal ministro Guardasigilli, Clemente Mastella, presso la tomba di mio padre Bettino è stato un gesto politico di amicizia di cui non posso non essere grato». Non è dato sapere se il resto degli italiani lo siano altrettanto.
Quello che è certo è che Mastella, una volta appresa l’intenzione della Mussolini di spezzare le reni ai pericolosi consumatori di spinelli (per alcolisti, tabagisti e parlamentari cocainomani si vedrà), ha fatto ritorno precipitosamente in Italia. Urge infatti studiare un indulto-bis per scongiurare un improvviso riaffollamento delle carceri. I dettagli non sono ancora stati resi noti, ma i soliti ben informati danno per sicuro che si tratterà, come nell’ultimo caso, di un provvedimento bipartisan. Forza Italia, infatti, avrebbe già dato il suo consenso. L’unica condizione posta da Berlusconi per il via libera definitivo del suo partito sarebbe la nomina di Cesare Previti a senatore a vita.
In subordine è stata ventilata ancora una volta la possibilità di costruire nuovi penitenziari, i cui lavori dovrebbero essere affidati alla Rocksoil di Pietro Lunardi, già ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel governo Berlusconi. La misura potrebbe rientrare nel pacchetto governativo di aiuti alle imprese visto che la Rocksoil, reduce da cinque anni di vacche grasse garantite dalla presenza del suo boss al ministero, dopo le elezioni di un anno fa e il conseguente arrivo dei cosacchi a Palazzo Chigi, ha registrato una contrazione degli utili.
L’ipotesi non sembra dispiacere ai big del centrosinistra, che hanno invitato i soliti giustizialisti a non criminalizzare l’avversario, ammonendoli che qualche compromesso è necessario se si vuole raggiungere il sol dell’avvenir. L’opzione Lunardi, tra l’altro, permetterebbe finalmente di trovare un’adeguata destinazione all’ormai famigerato tesoretto, che tanti travagli ha provocato nelle file della maggioranza in queste ultime settimane.
L’unico commento non pervenuto alle agenzie è quello di Piero Fassino. Il segretario dei quasi ex Ds l’ultima volta è stato visto girovagare per i viali di Torino declamando ai passanti le virtù salvifiche del Partito Democratico. Il tutto sulle note della Marsigliese, in onore di Sarkozy. Ai commentatori più acuti non è sfuggito il collegamento della scenetta con la piemontese Livia Turco. Nell’elaborare il suo piano antidroga, infatti, la titolare del dicastero della Salute si sarebbe ispirata proprio al neoeletto presidente francese, assurto rapidamente a nuovo eroe dei riformisti italiani dopo le dimissioni di Blair.
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