in Giornalismo, Guerra e pace

Daniele Mas­tro­gia­co­mo è tor­na­to a casa. Vivo. Nel mare di chi­ac­chiere che han­no fat­to da colon­na sono­ra pri­ma alla sua pri­gio­nia e poi alla sua lib­er­azione, è questo l’u­ni­co fat­to davvero deg­no di nota. Sulle polemiche mes­chine e a scop­pio ritarda­to che han­no pre­so spun­to dal “fas­tidio” del­l’am­min­is­trazione Usa per le modal­ità del rilas­cio del gior­nal­ista di Repub­bli­ca seques­tra­to in Afghanistan — imman­ca­bili in un Paese in cui malau­gu­rata­mente la madre dei pen­niven­doli è sem­pre inc­in­ta — Gen­naro Carotenu­to ha scrit­to con­sid­er­azioni molto sen­sate sul suo sito.

Fes­teggia­men­ti e polemiche per l’e­si­to del seque­stro di Mas­tro­gia­co­mo, però, non devono fare dimen­ti­care chi non è mai rius­ci­to a tornare a casa. Nem­meno da mor­to. Giovedì 22 mar­zo Repub­bli­ca ha pub­bli­ca­to una let­tera di San­dro Bal­doni, fratel­lo di Enzo, il gior­nal­ista free­lance rapi­to a Najaf, in Iraq, il 21 agos­to 2004 e ucciso pochi giorni dopo.

Caro diret­tore, nat­u­ral­mente in questi giorni anche noi Bal­doni abbi­amo segui­to con trep­i­dazione la vicen­da di Daniele Mas­tro­gia­co­mo, e davvero ci ha fat­to piacere vedere la sua fac­cia stra­vol­ta tornare a sor­rid­ere dopo tan­ti giorni di pri­gio­nia.

È inevitabile che di ques­ta sto­ria ci abbia col­pi­to soprat­tut­to quel­la sor­ta di ener­gia dif­fusa che è sca­tu­ri­ta dai più diver­si set­tori del­la soci­età ital­iana e che ha con­tribuito in modo impor­tante a resti­tuire a Mas­tro­gia­co­mo la lib­ertà. Ques­ta Italia sol­i­dale e pos­i­ti­va che ogni tan­to (rara­mente) riemerge dal mare oscuro del pres­s­apoc­his­mo nazionale, come un’iso­la Fer­di­nan­dea che subito scom­pare di nuo­vo tra i flut­ti.

È inevitabile anche per­ché, scusate lo sfo­go, noi ci chiedi­amo anco­ra in quali abis­si fos­se nascos­ta ques­ta ter­ra som­m­er­sa ai tem­pi del seque­stro e del­l’as­sas­sinio di Enzo. Ricor­diamo come se fos­se adesso la soli­tu­dine del­la nos­tra famiglia di fronte alle scelte più del­i­cate e deter­mi­nan­ti, le notizie con­trad­dit­to­rie o addirit­tura palese­mente false che ci giungevano dal Sis­mi e dal­la Croce Rossa Ital­iana in con­flit­to tra loro, lo sguar­do muto e acciglia­to del Vat­i­cano che evi­den­te­mente non ci con­sid­er­a­va abbas­tan­za cris­tiani per essere deg­ni di aiu­to, la cor­sa al nascondiglio degli uomi­ni politi­ci d’og­ni ordine e ris­ma, gov­er­na­tivi e non.

Qualche tem­po dopo l’uc­ci­sione di Enzo, dalle colonne di questo gior­nale chiedem­mo pub­bli­ca­mente ai cosid­det­ti organ­is­mi com­pe­ten­ti di dare agli ital­iani alcune spie­gazioni sul com­por­ta­men­to delle isti­tuzioni durante il caso Bal­doni. Non abbi­amo mai rice­vu­to nes­suna rispos­ta.

Ora, noi sap­pi­amo benis­si­mo quan­to sia dif­fi­cile la situ­azione in Iraq, dove ogni giorno muoiono decine di per­sone sen­za neanche sapere il per­ché. Però vor­rem­mo, come cit­ta­di­ni ital­iani, che a qualche anno di dis­tan­za fos­se rispet­ta­to almeno uno dei nos­tri dirit­ti: che lo sta­to fac­cia il pos­si­bile per­ché quel che res­ta del cor­po di Enzo sia ripor­ta­to nel­la sua ter­ra.

Noi non siamo i tipi da far bac­cano inutil­mente, ma non ci risul­ta che in questo momen­to qual­cuno stia lavo­ran­do seri­amente a qual­cosa di sim­i­le, e quin­di ci per­me­t­ti­amo di chiedere a quel pezzet­to d’I­talia civile e som­m­er­sa di tornare anco­ra una vol­ta a gal­la assieme a noi, doman­dan­do in maniera com­pos­ta ma decisa che la vicen­da di Enzo Bal­doni non finis­ca tra i tan­ti casi fret­tolosa­mente archiviati e mai risolti del­la recente sto­ria nazionale. Gra­zie.

San­dro Bal­doni

Dopo la pub­bli­cazione del­la let­tera, Arti­co­lo 21 e il set­ti­manale Diario han­no subito pro­mosso una rac­col­ta di firme per chiedere «alle isti­tuzioni, alle forze politiche e sociali e a tut­to il mon­do del­la comu­ni­cazione» di impeg­nar­si per fare in modo che la salma del gior­nal­ista rien­tri in Italia. Le firme rac­colte saran­no con­seg­nate al pres­i­dente del­la Repub­bli­ca, Gior­gio Napoli­tano.

Arti­co­lo pub­bli­ca­to anche su Medi­um

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Commento

  1. fir­mo pure io la petizione, ma in cam­bio del cor­po di una per­sona che si è volon­tari­a­mente espos­ta al peri­co­lo (sarò cini­co, ma è la ver­ità) chiedo la lib­er­azione del mostro di folig­no, dei coni­u­gi di erba e di pietro gam­badi­leg­no: sem­pre meno peri­colosi dei 5 capi tale­bani liberati per quel buf­fon di mas­tro­gia­co­mo!

  2. Ciao, non me ne vol­ere. Io Mas­tro­gia­co­mo non lo amo. In effet­ti non ho mai let­to un suo arti­co­lo e mai ho avu­to l’oc­ca­sione di conoscer­lo in giro. L’ho vis­to solo inpau­ri­to insieme ai suoi rapi­tori e poi da lib­er­a­to con una aria da emer­i­to sbruf­fone men­tre se la ride­va com­piaci­u­to di essere sta­to sal­va­to. Nes­suna aria ruga­ta sul viso o peg­gio anco­ra prova­ta. Cre­do che non si pos­sa partire…sapendo che il suo viag­gio sarebbe sta­to a ris­chio. Infat­ti cosi’ e’ sta­to. E non e’ fini­to qui. Tu mi dirai la cronaca e’ cronaca…ma queste sono corbellerie…Tu che fai? vai per inter­vistare o per fare un servizio e torni con qualche mor­to sul­l’an­i­ma e con un dan­no eco­nom­i­co al nos­tro paese (riscat­to) ? Cioe’ vai per fare qual­cosa di buono e torni con dan­ni incred­i­bili. Ma che cac­chio di gior­nal­is­mo e’ questo? Ma che dovere di cronaca…Mi fai qua­si saltare un gov­er­no, gli amer­i­cani si incaz­zano, gino stra­da abban­dona Emer­gency e tu la cosa me la chi­a­mi “dovere di cronaca”.…Non e’ che Repub­bli­ca lo spedisce in qualche altro pos­to? Mas­tro­gia­co­mo lo dob­bi­amo pro­prio chia­mare “peri­co­lo pub­bli­co numero uno?”

  3. Non te ne voglio, ci mancherebbe. E approf­it­to del tuo com­men­to per rispon­dere anche all’anon­i­mo che ti ha pre­ce­du­to, che in modo più sin­teti­co ha espres­so per­p­lessità sim­ili alle tue. Si trat­ta soltan­to di met­ter­si d’ac­cor­do su che cos’è il gior­nal­is­mo e se ser­va o meno.

    Io pen­so che Mas­tro­gia­co­mo in Afghanistan stesse “sem­plice­mente” facen­do il suo lavoro di invi­a­to di guer­ra. Si può dis­cutere all’in­fini­to sul­l’op­por­tu­nità del­la sua trasfer­ta in una zona ris­chiosa e se si sia trat­ta­to di un azzar­do o no, ma res­ta il fat­to che uno dei com­pi­ti dei gior­nal­isti è (o dovrebbe essere) quel­lo di rac­cogliere notizie, meglio se diret­ta­mente sul pos­to, dai diret­ti inter­es­sati. Lo fa il cro­nista di provin­cia quan­do inter­vista la gente del suo paese e lo fa il reporter in Afghanistan, in un con­testo ovvi­a­mente molto più peri­coloso, che com­por­ta rischi supe­ri­ori.

    La vos­tra antipa­tia per Mas­tro­gia­co­mo è chiara­mente con­dizion­a­ta dal­l’e­si­to del suo seque­stro. Se fos­se mor­to sgoz­za­to, tut­ti, anche a destra, avreb­bero pianto lacrime di coc­co­drillo. Qual­cuno mag­a­ri avrebbe anche scrit­to una can­zone ispi­ra­ta alla sua vicen­da, come è cap­i­ta­to dopo l’ese­cuzione in Iraq di Fab­rizio Quat­troc­chi. Per­sonal­mente sono felice del­la lib­er­azione di Mas­tro­gia­co­mo, così come sarei sta­to felice se Quat­troc­chi e Bal­doni fos­sero tor­nati a casa vivi. E anche se la loro lib­er­azione fos­se costa­ta qualche mil­ione di euro o la scarcer­azione di qualche pri­gion­iero iracheno.

    Ques­ta con­tin­ua polem­i­ca da bar sport sui sol­di sbor­sa­ti o sui peri­colosi capi tale­bani rimes­si in lib­ertà è, per usare un eufemis­mo, miope. I mil­ioni ver­sa­ti per la lib­er­azione degli ostag­gi, infat­ti, sono una goc­cia nel mare di denaro get­ta­to al ven­to per due guerre fal­li­men­ta­ri come quelle scate­nate in Afghanistan e in Iraq. E almeno sono servi­ti a ottenere un risul­ta­to pos­i­ti­vo. È curiosa, poi, ques­ta osses­sione per il denaro fini­to nelle tasche dei tale­bani, quan­do in Italia mil­iar­di di euro di sol­di pub­bli­ci spariscono rego­lar­mente in tan­gen­ti, eva­sioni fis­cali, malavi­ta orga­niz­za­ta e appalti per gran­di opere che di grande han­no solo il bud­get. E util­ità zero. Per­ché gli ital­iani non si indig­nano anche per questo?

    Per quan­to riguar­da i tale­bani liberati, fac­cio pre­sente che gli scam­bi di pri­gion­ieri sono sem­pre avvenu­ti in tutte le guerre. Israele, per restare all’at­tual­ità, di scam­bi di questo tipo ne ha fat­ti più volte con Hamas e Hezbol­lah. L’u­ni­ca alter­na­ti­va era quel­la di adottare la lin­ea del­la fer­mez­za, rifi­u­tan­do la trat­ta­ti­va con i tale­bani e abban­do­nan­do Mas­tro­gia­co­mo al suo des­ti­no.

    Leggen­do i vostri com­men­ti, mi pare di capire che voi vi sareste com­por­tati così. Io la pen­so diver­sa­mente e nei sor­risi di Mas­tro­gia­co­mo dopo la lib­er­azione ci leg­go pro­prio l’enorme sol­lie­vo per lo scam­pa­to peri­co­lo. Sarebbe davvero cam­bi­a­to qual­cosa, in con­cre­to, se invece di sor­rid­ere avesse pianto o si fos­se sforza­to di assumere un’e­spres­sione cor­ruc­cia­ta?

    Res­ta aper­ta la ques­tione di questo «cac­chio di gior­nal­is­mo» che «provo­ca dan­ni incred­i­bili». Anche in questo caso mi sem­bra che si tralas­ci la trave nel­l’oc­chio per con­cen­trar­si sul­la pagli­uz­za. I «dan­ni incred­i­bili», infat­ti, sono sem­mai quel­li provo­cati dal dog­ma del­la guer­ra pre­ven­ti­va del­l’am­min­is­trazione Usa tar­ga­ta Bush Jr, con europei (Italia com­pre­sa) a rin­for­zo. Ovvero di quel­li ai quali farebbe molto piacere che i gior­nal­isti restassero rin­ta­nati nelle loro redazioni a rielab­o­rare alla scriva­nia i bol­let­ti­ni dira­mati dal­lo Sta­to mag­giore del­l’e­serci­to per riferire dei bril­lan­ti suc­ces­si delle forze alleate nei “teatri di guer­ra” di Iraq e Afghanistan. Per rac­con­tare balle, insom­ma.

    Sono con­vin­to che a molti ital­iani ques­ta prospet­ti­va non dispi­ac­cia nep­pure. Del resto ci siamo abit­uati, vis­to che durante il Ven­ten­nio fascista i fil­mati di pro­pa­gan­da del­l’Is­ti­tu­to Luce svol­gevano pro­prio la stes­sa fun­zione. Io, però, resto del­l’idea che il gior­nal­is­mo sia qual­cosa di diver­so.