in Lavoro

Nel­l’ul­ti­mo quadrimestre del 2006 l’I­talia ha scop­er­to di avere 45mila lavo­ra­tori edili in più. Si trat­ta dei neoas­sun­ti, il 42 per cen­to dei quali con più di 30 anni di età, che risul­ta­vano total­mente sconosciu­ti all’I­nail, l’Is­ti­tu­to nazionale per l’as­si­cu­razione con­tro gli infor­tu­ni sul lavoro.

«È come se un’in­tera cit­tà delle dimen­sioni di Cuneo, dove sono nato, emergesse all’im­provvi­so dal­la neb­bia», ha sot­to­lin­eato il min­istro del Lavoro, Cesare Dami­ano, nel cor­so del­la con­feren­za stam­pa con­vo­ca­ta ieri pomerig­gio per illus­trare anda­men­to, risul­tati e prospet­tive del­la vig­i­lan­za degli ispet­tori di Min­is­tero, Inail e Inps nel cor­so del 2006. «Questo mon­i­tor­ag­gio — ha aggiun­to il min­istro — è fon­da­men­tale per capire se i provved­i­men­ti varati dal gov­er­no in mate­ria di lavoro fun­zio­nano e stan­no dan­do i risul­tati aus­pi­cati».

Stan­do alla mole di dati snoc­ci­o­lati in rap­i­da suc­ces­sione da Dami­ano, la rispos­ta sem­bra essere pos­i­ti­va. Il sal­do atti­vo tra assun­zioni e ces­sazioni di lavoro nel set­tore edile, supe­ri­ore di oltre 21mila unità rispet­to a quel­lo riscon­tra­to nel 2005, è frut­to per esem­pio di una net­ta inver­sione di ten­den­za reg­is­tra­ta nel­l’ul­ti­mo quadrimestre del 2006, su cui ha prob­a­bil­mente influito l’en­tra­ta in vig­ore delle mis­ure antieva­sione con­tenute nel­l’ar­ti­co­lo 36 bis del cosid­det­to decre­to Bersani, e la con­seguente emer­sione e rego­lar­iz­zazione anche spon­tanea di rap­por­ti di lavoro che in prece­den­za era­no svolti in nero. Ques­ta emer­sione si riflette anche nel sal­do dei con­tribu­ti riscos­si dal­l’Inps per l’edilizia, che tra il 2005 e il 2006 è aumen­ta­to di cir­ca 23 mil­ioni di euro.

Let­to in neg­a­ti­vo, però, l’e­si­to delle ispezioni resti­tu­isce un quadro che con­tin­ua a essere carat­ter­iz­za­to da numerose irre­go­lar­ità, soprat­tut­to in ter­mi­ni di lavoro som­mer­so e con­tribu­ti evasi. A liv­el­lo nazionale, infat­ti, nell’80 per cen­to delle aziende sot­to­poste ai con­trol­li degli ispet­tori del’Inps sono emerse delle irre­go­lar­ità, con punte supe­ri­ori all’85 per cen­to in Piemonte, Cam­pa­nia, Sicil­ia e Sardeg­na. E sebbene il numero delle aziende sot­to­poste agli accer­ta­men­ti di min­is­tero del Lavoro, Inps e Inail nel 2006 sia dimi­nu­ito di cir­ca l’8 per cen­to rispet­to all’an­no prece­dente, il numero dei lavo­ra­tori total­mente in nero indi­vid­uati è aumen­ta­to più o meno del­la stes­sa per­centuale.

Per Dami­ano la mag­giore effi­ca­cia dei con­trol­li si spie­ga anche con l’au­men­to del­l’at­tiv­ità ester­na degli ispet­tori, che con l’ul­ti­ma finanziaria sono des­ti­nati ad aumentare di altre 300 unità, inte­grate anche da un nucleo dei cara­binieri. «Ques­ta attiv­ità di con­trol­lo — ha tenu­to a pre­cis­are il min­istro — si sta svol­gen­do con il pieno con­sen­so delle par­ti sociali, e abbi­amo deciso di con­cen­trare l’at­ten­zione soprat­tut­to su edilizia e agri­coltura per togliere l’ac­qua nel­la quale nuotano gli infor­tu­ni e gli infor­tu­ni mor­tali».

Un con­cet­to, quest’ul­ti­mo, già espres­so una set­ti­mana fa alla con­feren­za nazionale sul lavoro di Napoli, quan­do Dami­ano, ricor­ren­do a una metafo­ra sim­i­le, ave­va sot­to­lin­eato che «se togliamo l’ac­qua alla pre­ca­ri­età nel­la quale gal­leg­gia l’ir­re­go­lar­ità pos­si­amo andare avan­ti. Mille e due­cen­to mor­ti all’an­no in inci­den­ti sul lavoro pesano sul­la coscien­za del Paese». Le imp­rese, ave­va aggiun­to, «han­no dimostra­to un forte spir­i­to di col­lab­o­razione per­ché sono con­sapevoli che il lavoro nero è con­cor­ren­za sleale, e per­ché su di loro pesa la zavor­ra del­la pre­sen­za malav­i­tosa».

Uno dei nodi più dif­fi­cili da sciogliere sem­bra essere quel­lo delle microim­p­rese edilizie, che cos­ti­tu­is­cono buona parte del set­tore e spariscono nel nul­la dopo essere state sanzion­ate per la vio­lazione delle nor­ma­tive vigen­ti. «Siamo con­sapevoli del prob­le­ma, che sti­amo ten­tan­do di tenere sot­to con­trol­lo — ha spie­ga­to a questo propos­i­to Dami­ano — Dovrebbe essere chiaro, comunque, che non bas­ta pre­sen­tar­si alla Cam­era di Com­mer­cio con un badile per diventare un’im­pre­sa edile. Forse la pro­lif­er­azione di microim­p­rese non è utile al nos­tro sis­tema pro­dut­ti­vo».

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