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«Il sito è in fase di ripristi­no, il servizio ver­rà ripreso al più presto». Questo il lacon­i­co mes­sag­gio che oggi ha occu­pa­to per alcune ore l’home page del sito del­l’Or­dine dei gior­nal­isti, dopo l’at­tac­co subito ieri da parte di sedi­cen­ti hack­er turchi impeg­nati in una “cyber-guer­ra” alla Fran­cia, colpev­ole di aver dis­cus­so un prog­et­to di legge che prevede sanzioni per chi nega il geno­cidio armeno del 1915.

Spi­ace cam­pare sulle dis­gra­zie altrui, ma è un dato di fat­to che la notizia, pub­bli­ca­ta ieri sera in antepri­ma su questo sito — in anticipo anche rispet­to all’Ansa — nel­l’ar­co di qualche ora è sta­ta rilan­ci­a­ta da molti altri siti e blog, provo­can­do una rap­i­da quan­to impre­vista impen­na­ta dei con­tat­ti. Tra i pri­mi a ripren­der­la, citan­do la fonte, Mas­si­mo Man­telli­ni, segui­to a ruo­ta da Blo­gos­fere, Pun­to Infor­mati­co e Libero Blog, che l’ha ripro­pos­ta inte­gral­mente.

Nel frat­tem­po si è appre­so che l’Or­dine dei gior­nal­isti, che ha avvisato la Digos del­l’in­cur­sione degli hack­er, non è sta­to l’u­ni­ca vit­ti­ma di questo attac­co infor­mati­co. Tra gli altri siti col­pi­ti, sia pure con modal­ità diverse, fig­u­ra­no infat­ti anche quel­li di Lib­er­azione, il quo­tid­i­ano di Rifon­dazione comu­nista, di Area­press, e dei Rifor­ma­tori lib­er­ali di Mar­co Taradash e Benedet­to Del­la Vedo­va.

Questi ulti­mi l’han­no pre­sa molto (trop­po) male, inter­pre­tan­do questo sab­o­tag­gio casuale come un ten­ta­ti­vo delib­er­a­to di colpir­li per le denunce con­tro «l’ag­gres­sione islamista» pub­bli­cate quo­tid­i­ana­mente. Pri­ma di gri­dare al com­plot­to, però, sarebbe forse più oppor­tuno rivedere la sicurez­za com­p­lessi­va del sito.

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