Per il suo ritorno il tv con “L’Infedele”, Gad Lerner questa settimana ha scelto un tema riportato di recente in auge dalle polemiche su Celentano: l’influenza della televisione sulla politica. È inquietante che a più di 10 anni dalla formidabile “discesa in campo” di Berlusconi — e dall’annuncio di una legge seria sul conflitto di interessi che non è mai stata approvata — si debba ancora discutere sull’eventuale importanza del controllo sul piccolo schermo per assicurarsi il consenso degli elettori.
Che cosa sarebbe stato, infatti, di Forza Italia nel 1994 senza la propaganda garantita dal tubo catodico? Probabilmente Berlusconi avrebbe fatto la stessa fine di Ross Perot, un miliardario che nel 1992 e 1996 ha tentato la strada della politica candidandosi alle presidenziali degli Stati Uniti: con tanti dollari ma senza l’appoggio incondizionato delle tv in entrambi i casi gli è andata male. Ancora più inquietante assistere nel corso del programma di Lerner alla performance del filosofo (?) e ministro Rocco Buttiglione, senza un briciolo di vergogna nel ripetere la favoletta della televisione in mano a un branco di congiurati sinistrorsi anti-berlusconiani.
Anche in un ambito come quello cremonese, però, si prova un po’ di inquietudine di fronte alle ultime novità provenienti dal fronte politico, ovvero le voci sulla possibile fusione di Lista Torchio e Margherita, con l’obiettivo di dare vita a quella che è stata subito ribattezzata la Super (o Turbo) Margherita. A inquietare non è l’operazione in sé, del tutto legittima e anche auspicabile nell’ottica di una semplificazione del quadro partitico. Inquietante, piuttosto, è il fatto di non essere riusciti a scovare nessuna dichiarazione, tra le tante che sono fioccate sull’argomento in questi giorni, su quelli che dovrebbero essere programmi e contenuti del nuovo superpartito.
Tutta la discussione, infatti, sembra appiattita sulla sterile conta degli incarichi e delle altre posizioni di potere che il nuovo soggetto politico finirebbe per avere, in una logica di pura e semplice contrapposizione all’attuale egemonia Ds. Una logica del pallottoliere che appassiona i politici in generale e, in particolare, gli esponenti Udc in cerca di nuova, sicura collocazione in vista della probabile sconfitta elettorale del prossimo anno. Ma anche una logica lontana anni luce dai bisogni reali del nostro territorio.
Articolo pubblicato il 5 novembre 2005 sul Piccolo Giornale di Cremona
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