Se fossimo un settimanale satirico come l’indimenticato Cuore di Michele Serra o il Vernacoliere, potremmo liquidare la questione dicendo semplicemente che «hanno la faccia come il culo». Siccome siamo un giornale educato, però, opteremo per una più politicamente corretta faccia tosta. Ci riferiamo a quella esibita spesso in questi giorni da una vasta schiera di politici e opinionisti destrorsi, che hanno bollato le primarie dell’Unione come uno spreco di soldi e/o una caricatura della democrazia.
Fra i tanti, con qualche lodevole ma solitaria eccezione — Fini, Follini, Maroni e pochi altri — anche il líder máximo di uno dei nostri quotidiani locali, sempre più calato nei panni di Vittorio Feltri dei poveri. Povertà di contenuti e manifesta allergia a qualsiasi espressione di partecipazione democratica, infatti, sono tornati a essere i tratti distintivi dei suoi ultimi due sermoni domenicali, entrambi “dedicati” a iniziative del centrosinistra: la manifestazione di Roma del 9 ottobre e, appunto, le elezioni primarie di una settimana fa, segnate da una partecipazione popolare superiore a ogni più rosea previsione e dalla netta affermazione di Romano Prodi.
Sia chiaro, le primarie non sono un totem da adorare necessariamente senza se e senza ma. Del resto una settimana fa, alla vigilia del voto, qualche perplessità in merito l’avevamo sollevata anche noi. Per rincarare la dose, aggiungiamo che nel successo indiscutibile della consultazione promossa dall’Unione qualche crepa si può cogliere nella scarsa mobilitazione degli elettori più giovani, difficile da quantificare ma piuttosto evidente nella composizione delle file davanti ai seggi.
Fatte salve queste precisazioni, ci vuole una bella faccia tosta, però, per parlare di spreco di soldi a proposito delle primarie, come ha fatto Pirondini, cui forse è sfuggito il fatto che ogni elettore ha sborsato almeno un euro per votare e che proprio la scorsa settimana si è conclusa la gara di appalto del ponte sullo stretto di Messina, ovvero dell’opera pubblica più inutile e costosa della storia repubblicana, fortissimamente voluta dal suo amato Silvio, che non vede l’ora di vantarsene con gli amici Vladimir e George W.
Dal direttore della Provincia, che sempre a proposito delle primarie parla di «caricatura della democrazia», ci piacerebbe anche sapere come giudica invece la riforma elettorale varata frettolosamente dai deputati-soldatini del centrodestra su ordine di Berlusconi. Un’astuta manovra pre-elettorale? Un provvedimento urgente e necessario per il rilancio del nostro claudicante Paese? Nel frattempo noi ci limitiamo a considerarla per quello che è: una trovata indecente da repubblica delle banane. Alla faccia del politicamente corretto.
Editoriale pubblicato il 22 ottobre 2005 sul Piccolo Giornale di Cremona
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