Il titolo di apertura del numero del settimanale Cuore dell'8 aprile 1991

in Politica

La faccia tosta del centrodestra

Se fos­si­mo un set­ti­manale satiri­co come l’indi­men­ti­ca­to Cuore di Michele Ser­ra o il Ver­na­col­iere, potrem­mo liq­uidare la ques­tione dicen­do sem­plice­mente che «han­no la fac­cia come il culo». Sic­come siamo un gior­nale edu­ca­to, però, opter­e­mo per una più politi­ca­mente cor­ret­ta fac­cia tos­ta. Ci rife­ri­amo a quel­la esi­bi­ta spes­so in questi giorni da una vas­ta schiera di politi­ci e opin­ion­isti destror­si, che han­no bol­la­to le pri­marie del­l’U­nione come uno spre­co di sol­di e/o una car­i­catu­ra del­la democrazia.

Fra i tan­ti, con qualche lode­v­ole ma soli­taria eccezione — Fini, Folli­ni, Maroni e pochi altri — anche il líder máx­i­mo di uno dei nos­tri quo­tid­i­ani locali, sem­pre più cala­to nei pan­ni di Vit­to­rio Fel­tri dei poveri. Povertà di con­tenu­ti e man­i­fes­ta aller­gia a qual­si­asi espres­sione di parte­ci­pazione demo­c­ra­t­i­ca, infat­ti, sono tor­nati a essere i trat­ti dis­tin­tivi dei suoi ulti­mi due ser­moni domeni­cali, entram­bi “ded­i­cati” a inizia­tive del cen­trosin­is­tra: la man­i­fes­tazione di Roma del 9 otto­bre e, appun­to, le elezioni pri­marie di una set­ti­mana fa, seg­nate da una parte­ci­pazione popo­lare supe­ri­ore a ogni più rosea pre­vi­sione e dal­la net­ta affer­mazione di Romano Pro­di.

Sia chiaro, le pri­marie non sono un totem da ado­rare nec­es­sari­a­mente sen­za se e sen­za ma. Del resto una set­ti­mana fa, alla vig­ilia del voto, qualche per­p­lessità in mer­i­to l’ave­va­mo soll­e­va­ta anche noi. Per rin­car­are la dose, aggiun­giamo che nel suc­ces­so indis­cutibile del­la con­sul­tazione pro­mossa dal­l’U­nione qualche crepa si può cogliere nel­la scarsa mobil­i­tazione degli elet­tori più gio­vani, dif­fi­cile da quan­tifi­care ma piut­tosto evi­dente nel­la com­po­sizione delle file davan­ti ai seg­gi.

Fat­te salve queste pre­cisazioni, ci vuole una bel­la fac­cia tos­ta, però, per par­lare di spre­co di sol­di a propos­i­to delle pri­marie, come ha fat­to Piron­di­ni, cui forse è sfug­gi­to il fat­to che ogni elet­tore ha sbor­sato almeno un euro per votare e che pro­prio la scor­sa set­ti­mana si è con­clusa la gara di appal­to del ponte sul­lo stret­to di Messi­na, ovvero del­l’­opera pub­bli­ca più inutile e cos­tosa del­la sto­ria repub­bli­cana, for­tis­si­ma­mente volu­ta dal suo ama­to Sil­vio, che non vede l’o­ra di van­tarsene con gli ami­ci Vladimir e George W.

Dal diret­tore del­la Provin­cia, che sem­pre a propos­i­to delle pri­marie par­la di «car­i­catu­ra del­la democrazia», ci piac­erebbe anche sapere come giu­di­ca invece la rifor­ma elet­torale vara­ta fret­tolosa­mente dai dep­u­tati-sol­da­ti­ni del cen­trode­stra su ordine di Berlus­coni. Un’as­tu­ta manovra pre-elet­torale? Un provved­i­men­to urgente e nec­es­sario per il rilan­cio del nos­tro clau­di­cante Paese? Nel frat­tem­po noi ci limi­ti­amo a con­sid­er­ar­la per quel­lo che è: una trova­ta inde­cente da repub­bli­ca delle banane. Alla fac­cia del politi­ca­mente cor­ret­to.

Edi­to­ri­ale pub­bli­ca­to il 22 otto­bre 2005 sul Pic­co­lo Gior­nale di Cre­mona

Arti­co­lo pub­bli­ca­to anche su Medi­um

Scrivi un commento

Commento