Alle tante teorie cospiratorie avanzate all’indomani degli attentati dell’11 settembre 2001, negli ultimi giorni se n’è aggiunta una nuova, che ha preso rapidamente piede grazie al tam tam di Internet: il crollo delle Torri Gemelle del World Trade Center di New York non sarebbe stato casuale, ma provocato intenzionalmente attraverso una serie di esplosioni controllate. Il motivo? Incassare il premio di un vantaggiosissimo contratto assicurativo stipulato contro attacchi terroristici.
Questo genere di ipotesi, degne di un thriller hollywoodiano, generano sempre una curiosità istintiva, anche perché nel clima di paura in cui viviamo siamo ormai abituati ad aspettarci il peggio dal nostro prossimo. In questo caso, però, è sufficiente fare un salto in libreria per constatare che la verità dietro la triste fine delle Twin Towers è molto più banale, anche se altrettanto agghiacciante. Piemme, infatti, ha pubblicato la traduzione di “102 Minuti”, un libro dei giornalisti Jim Dwyer e Kevin Flynn che deve il suo titolo al periodo di tempo trascorso tra l’impatto del primo aereo contro il World Trade Center e il crollo del secondo grattacielo.
Il volume, frutto di un’inchiesta durata tre anni, ricostruisce in modo accurato e avvincente la storia delle migliaia di persone che lottarono per sopravvivere all’interno delle due torri, integrandola con illuminanti rivelazioni sulla disorganizzazione dei soccorsi e sulla mancanza di misure di sicurezza adeguate a proteggere strutture così imponenti dall’impatto devastante delle fiamme scoppiate in seguito alla collisione con gli aerei. Per risparmiare sui costi, infatti, la proprietà del complesso aveva lesinato gli investimenti per le coperture ignifughe, riducendo anche lo spazio riservato alle scale di emergenza per ricavare più superficie calpestabile da affittare. I cattivi rapporti esistenti tra polizia e vigili del fuoco, inoltre, complicarono parecchio le operazioni di soccorso.
L’inchiesta di Dwyer e Flynn chiarisce anche che molti dei pompieri che perirono nella tragedia, e che per questo furono subito proclamati eroi, in realtà non si resero neppure conto del rischio che correvano. Vittime anche loro del mito di incrollabilità delle Twin Towers, pari a quello dell’inaffondabilità del Titanic, e dell’impreparazione ad affrontare un disastro di quelle proporzioni. Insomma, molte delle 2.749 vittime degli attacchi alle Torri Gemelle cominciarono a morire molto prima di quel tragico 11 settembre. È una verità più banale di quella ipotizzata dall’ultima teoria cospiratoria fiorita sull’argomento. Ma anche più credibile.
Editoriale pubblicato il 6 agosto 2005 sul Piccolo Giornale di Cremona
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