All’indomani del fallimento del referendum sulla procreazione assistita del 12 e 13 giugno sono parecchi gli italiani, cremonesi compresi, che hanno subito preso in mano carta e penna per esprimere il proprio sdegno per l’inutile spreco di denaro pubblico che a loro avviso ha comportato il ricorso alle urne. Tanta indignazione, però, meriterebbe un bersaglio migliore. Lo dimostra l’inchiesta su mafia, corruzione e clientele realizzata per Report dalla caparbia Maria Grazia Mazzola e andata in onda martedì su Raitre in prima serata.
Chi si era illuso che la stagione del malaffare e della malavita si fosse esaurita con l’inchiesta su Tangentopoli e la cattura di Totò Riina è ora che si svegli. Come ha ben documentato Report, infatti, dagli appalti pubblici alla sanità, passando per le discariche, il saccheggio delle risorse dello Stato resta uno sport largamente praticato in tutta la penisola e i miliardi del referendum, al confronto, sono soltanto bruscolini.
La visione del programma di Raitre si è rivelata, al tempo stesso, illuminante e sconvolgente. A colpire non sono tanto le macchiette dei fiancheggiatori mafiosi “che non c’erano, e se c’erano dormivano”, che pullulano, per esempio, attorno ai succulenti appalti dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. A colpire davvero, come un gancio ben assestato, è semmai la scoperta che personaggi simili abbondano anche nel nostro operoso nord, con l’unica differenza che prediligono giacca e cravatta rispetto alla coppola.
Prendete il caso di Gianluca Massimo Guarischi, un rampante esponente di Forza Italia, con trascorsi nel Psdi e nel Psi, condannato lo scorso novembre in primo grado a quattro anni e due mesi per corruzione e associazione per delinquere, per le tangenti pagate per gli appalti del dopo-alluvione in varie zone della Lombardia. Secondo l’accusa, dagli argini del torrente Seveso al ripristino delle sponde del Naviglio, dalla sistemazione delle frane in Valbondione ai torrenti della Val Tidone, fino al consolidamento dell’Adda, non c’era affare che sfuggisse a lui e ai suoi amici.
Spesso, però, i materiali impiegati per i lavori non erano dei migliori, tanto che a Crotta d’Adda — come documentato da Report — l’argine rifatto dalla ditta Cogni, di proprietà della sua famiglia, è crollato. Crollo e condanna, però, non lo hanno affranto più di tanto. Prima delle ultime elezioni regionali, infatti, Roberto Formigoni lo ha inserito nel suo listino in qualità di «personalità eccellente della società civile lombarda» (della quale, evidentemente, Formigoni deve avere una pessima opinione), portandolo con sé al Pirellone come consigliere.
Un bell’esempio di meritocrazia, insomma, che forse meriterebbe un po’ dell’inchiostro (e dell’indignazione) versato per censurare il presunto spreco di denaro pubblico del referendum sulla legge 40.
Editoriale pubblicato il 2 luglio 2005 sul Piccolo Giornale di Cremona
Articolo pubblicato anche su Medium
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[…] elezioni regionali, per fare un altro esempio, non risulta che gli abbia provocato alcun turbamento l’inserimento nel suo listino elettorale, in qualità di «personalità eccellente della società civile lombarda», di Gianluca Massimo […]