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Le apparen­ze, si sa, a volte ingan­nano. È il caso, per esem­pio, del sin­da­co di Cre­mona, Gian Car­lo Cora­da, che dietro l’aspet­to mite e i modi gen­tili cela una franchez­za che su molte ques­tioni lo por­ta a pren­dere posizione in modo chiaro, sen­za l’elu­siv­ità e i ten­ten­na­men­ti oppor­tunis­ti­ci che spes­so carat­ter­iz­zano il per­son­ale politi­co.

A propos­i­to del ref­er­en­dum del 12 e 13 giug­no, per esem­pio, dichiara sen­za esi­tazioni che voterà quat­tro sì, pre­cisan­do però che non si è trat­ta­to di una deci­sione a scat­o­la chiusa: «Quan­do si è com­in­ci­a­to a par­lare dei temi del ref­er­en­dum, alcu­ni mesi fa, non mi ero anco­ra for­ma­to un’opin­ione pre­cisa sul­l’ar­go­men­to. Oggi, invece, l’u­ni­co que­si­to su cui ho qualche per­p­lessità è quel­lo sul­la fecon­dazione eterolo­ga, ma ho deciso di votare sì anche in questo caso per­ché non mi sem­bra gius­to che si crei una dis­crim­i­nazione tra chi può per­me­t­ter­si di ottenere comunque questo tipo di ter­apia all’es­tero e chi invece non ha le risorse per far­lo».

In ques­ta inter­vista, rilas­ci­a­ta al Pic­co­lo a un anno esat­to dal­la vit­to­ria elet­torale su Gio­van­ni Jaci­ni, che lo ha tele­trasporta­to in piaz­za del Comune diret­ta­mente dal palaz­zo del­la Provin­cia, che ave­va guida­to per 14 anni sen­za soluzione di con­ti­nu­ità, Cora­da trac­cia un pri­mo bilan­cio del suo anno da sin­da­co e del­l’at­tiv­ità del­la sua giun­ta, che fes­teggerà uffi­cial­mente il pri­mo com­plean­no solo fra un mese, il 12 luglio. «È sta­to un anno di avvi­a­men­to — spie­ga — con tutte le dif­fi­coltà che l’avvi­a­men­to com­por­ta sem­pre, aggra­va­to in questo caso dal­la situ­azione finanziaria e alle­vi­a­to, almeno in parte, dal­la mia prece­dente espe­rien­za ammin­is­tra­ti­va. Pro­prio in questo peri­o­do abbi­amo com­in­ci­a­to a tirare le somme e io stes­so sono sor­pre­so per la quan­tità di opere che siamo rius­ci­ti a real­iz­zare in questi mesi. La loro dimen­sione è sta­ta davvero notev­ole…».

In par­ti­co­lare, gli inter­ven­ti ulti­mati o in via di ulti­mazione da parte del Comune a cav­al­lo tra il 2004 e il 2005 sono sta­ti finanziati con cir­ca 18 mil­ioni di euro, sud­di­visi tra il recu­pero e la manuten­zione di scuole ed edi­fi­ci pub­bli­ci (3,5 mil­ioni), il cimitero (600mila), strade, parcheg­gi e mar­ci­apie­di (5 mil­ioni), il pat­ri­mo­nio comu­nale, come il palaz­zo ex Due Miglia, il recu­pero del­l’ex Caser­ma del Diavo­lo per allog­gi uni­ver­si­tari o l’ac­qui­sizione del­l’ex asi­lo Maria Ausil­i­atrice (4,4 mil­ioni), gli impianti sportivi (1,5 mil­ioni), il verde pub­bli­co (500mila) e le opere idrauliche (2 mil­ioni).

Come è sta­to pos­si­bile impeg­nare questi fon­di a fronte delle dif­fi­coltà finanziarie cui ha accen­na­to?
Abbi­amo raschi­a­to il fon­do del bar­ile, recu­peran­do molte delle vec­chie spese che non era­no state impeg­nate, alcune delle quali risali­vano addirit­tura agli anni Ottan­ta. Mi ren­do anche con­to, però, che restano anco­ra molti prob­le­mi da risol­vere. Il giudizio di questo anno, tut­tavia, è estrema­mente pos­i­ti­vo, anche per­ché le risorse di cui pos­si­amo dis­porre sono state ridotte da una serie di inter­ven­ti, a par­tire dal taglio dei trasfer­i­men­ti del­lo Sta­to o dal loro man­ca­to adegua­men­to al tas­so di inflazione.

Tra quelle già real­iz­zate o in cor­so di real­iz­zazione, quali sono le opere che con­sid­era più impor­tan­ti?
Sicu­ra­mente gli inter­ven­ti sui parcheg­gi in cen­tro o nelle sue imme­di­ate vic­i­nanze, per­ché di fat­to a otto­bre sarà pronta la pias­tra alla stazione, men­tre sta pros­eguen­do l’op­er­azione di piaz­za Mar­coni, cui si som­mano i 120 posti rica­vati all’ex Caser­ma del Diavo­lo. Per la qual­ità del­la vita delle per­sone, poi, mi stan­no molto a cuore gli inter­ven­ti sul verde. A questo propos­i­to, mi ha col­pi­to che sia pas­sa­ta qua­si sot­to silen­zio la rinat­u­ral­iz­zazione di una parte impor­tante del Po, avvi­a­ta quan­do ero anco­ra pres­i­dente del­la Provin­cia. Teni­amo con­to, infat­ti, che, men­tre esiste un par­co del­l’Ad­da o del Serio, non c’è anco­ra un par­co del Po. Noi lo sti­amo cre­an­do: sono state piantate 30mila piante, con un impianto a goc­cia che è una mer­av­iglia da vedere, e quan­do saran­no cresciute diven­ter­an­no uno dei pol­moni ver­di del­la cit­tà. Lo sfor­zo è sta­to notev­ole anche sul fronte del­la manuten­zione di strade e mar­ci­apie­di, ma cir­colan­do sem­pre a pie­di o in bici­clet­ta mi ren­do con­to che quan­to fat­to è anco­ra molto infe­ri­ore alle neces­sità. C’è, però, un grosso prob­le­ma di risorse.

Dove pen­sate di recu­per­ar­le?
Non sarà facile, per­ché ques­ta situ­azione di penuria è des­ti­na­ta a con­tin­uare, anche se il cen­trosin­is­tra dovesse andare al gov­er­no. Chi­unque andrà al gov­er­no, infat­ti, si tro­verà a dover gestire un buco enorme. Tan­to è vero che a volte, come dice­va Altan, mi ven­gono in mente dei pen­sieri che non con­di­vi­do e pen­so che forse è meglio che il cen­trosin­is­tra non vin­ca le elezioni, per­ché si tro­verebbe a ered­itare il dis­as­tro cre­ato da Berlus­coni. Io sono sem­pre molto paca­to e mod­er­a­to nei giudizi. Nel ruo­lo di sin­da­co mi sen­to molto imparziale, ma non neu­trale, per­ché non ho por­ta­to il cervel­lo all’am­mas­so e ho le mie opin­ioni, e quan­do vedo quel­lo che sta avve­nen­do a liv­el­lo nazionale dico povera Italia…

Quin­di come Comune come con­tate di rime­di­are? Raschi­an­do ulte­ri­or­mente il fon­do del bar­ile?
Per nos­tra for­tu­na a par­tire dal 2006 avre­mo la pos­si­bil­ità di fare dei mutui. Una pos­si­bil­ità, ques­ta, che per ora ci è preclusa a causa dei vin­coli assun­ti con la ven­di­ta delle far­ma­cie comu­nali. È vero che fare un mutuo sig­nifi­ca indeb­itar­si, ma oggi non c’è ente che pos­sa fare degli inves­ti­men­ti sen­za ricor­rere a dei mutui.

Che tipo di inter­ven­ti pen­sate di finanziare con questi mutui?
Manuten­zione delle strade a parte, potremo finanziare alcu­ni prog­et­ti cui ten­go in modo par­ti­co­lare. Uno è quel­lo delle piste cicla­bili. L’o­bi­et­ti­vo, infat­ti, è quel­lo di trip­li­care nei prossi­mi quat­tro-cinque anni le piste cicla­bili cit­ta­dine. Un’al­tro è quel­lo del Par­co dei Monas­teri, che porterà alla creazione di una cit­tadel­la del­la musi­ca. Il ter­zo è quel­lo di San Francesco, la zona vici­no a San­ta Maria del­la Pietà, e prevede il recu­pero di un pez­zo di cit­tà per sis­temare tut­ti gli uffi­ci spar­si del Comune.

Nel frat­tem­po con i com­mer­cianti del cen­tro stori­co, con cui fino a qualche mese fa era ai fer­ri cor­ti, sem­bra essere scop­pi­a­ta la pace. Mer­i­to dei parcheg­gi?
C’è sta­ta una schiari­ta per­ché i com­mer­cianti han­no capi­to che dice­vo la ver­ità quan­do ho det­to loro che ave­va­mo l’in­ten­zione di fare del cen­tro di Cre­mona il salot­to buono del­la cit­tà, una sor­ta di grande cen­tro com­mer­ciale all’aper­to, dota­to dei parcheg­gi che chiede­vano. Han­no capi­to che sti­amo facen­do sul serio e mi sem­bra che stiano col­lab­o­ran­do. A volte bas­ta avere soltan­to un po’ di pazien­za.

Cre­mona, quin­di, non è più la bel­la addor­men­ta­ta del­la Lom­bar­dia?
In effet­ti pen­so che non lo sia più. Bisogna anche tenere con­to che la nos­tra è una cit­tà con un’età media del­la popo­lazione molto alta, eppure in questi ulti­mi anni ha avu­to dal pun­to di vista cul­tur­ale, tur­is­ti­co e ricre­ati­vo una ripresa che ha coin­volto anche i gio­vani.

Lei si dice sod­dis­fat­to di questo pri­mo scor­cio di manda­to, eppure un anno fa, quan­do ha dovu­to sos­ti­tuire in cor­sa il pres­i­dente del­la Cna, Faus­to Cac­cia­tori, non sem­bra­va molto felice del­la can­di­datu­ra a sin­da­co…
È vero, ma solo per­ché un anno fa ave­va­mo già deciso tut­to, a par­tire dal can­dida­to sin­da­co. La mia idea era quel­la di tornare per un paio d’an­ni a lavo­rare in uni­ver­sità, con la pos­si­bil­ità, mag­a­ri, di una can­di­datu­ra alle politiche del 2006, che mi era sta­ta pro­pos­ta alla Fes­ta del­l’U­nità. Era tut­to pron­to, tan­to che ave­vo già fir­ma­to il con­trat­to con la Statale di Milano, poi Cac­cia­tori si è “dimes­so” da can­dida­to e, per sen­so di respon­s­abil­ità, ho accetta­to di can­di­dar­mi io al suo pos­to. A con­vin­cer­mi ha con­tribuito anche mio padre, che mi ha det­to: “Se nel­la vita dovessero fare tut­ti quel­lo che gli piace, il mon­do dove andrebbe?”. Oggi, però, non ho rimpianti e mi ren­do con­to che rico­prire questo ruo­lo, oltre agli oneri che com­por­ta, è anche un onore. Quin­di cer­co di fare del mio meglio, anche per­ché mi ren­do con­to che se mol­ta gente si trovasse al mio pos­to sarebbe con­tenta. Dopo questo pri­mo anno di ambi­en­ta­men­to, durante il quale ho potu­to con­tare su un po’ di tem­po libero solo la domeni­ca pomerig­gio, adesso cercherò almeno di ricavare un po’ più di spazio per i miei stu­di, ai quali non rin­uncerò mai per­ché mi piac­ciono molto.

Di che stu­di si trat­ta?
Ho man­tenu­to un min­i­mo con­tat­to con l’u­ni­ver­sità e sto stu­dian­do due peri­o­di del­la sto­ria euro­pea che con­sidero molto inter­es­san­ti. Uno che riguar­da l’I­talia, e cioè il peri­o­do del­l’u­manes­i­mo pro­pri­a­mente det­to, del pri­mo rinasci­men­to, a cav­al­lo tra la fine del Quat­tro­cen­to e l’inizio del Cinque­cen­to, quan­do l’I­talia era all’a­van­guardia nel con­ti­nente. L’al­tro, invece, in Fran­cia, tra la fine del Sei­cen­to e l’inizio del Set­te­cen­to, quan­do la Fran­cia sos­ti­tuì l’I­talia come faro del­l’Eu­ropa. Furono entram­bi peri­o­di di crisi, da cui nac­quero, come spes­so avviene, idee inno­v­a­tive.

Il suo impeg­no politi­co, invece, a quan­do risale?
Alla sec­on­da metà degli anni Set­tan­ta, poco dopo la fine del­l’u­ni­ver­sità, nelle file del Pci, che pro­prio in quegli anni qui a Cre­mona era attra­ver­sato da fer­men­ti inter­es­san­ti e gran­di dis­cus­sioni pro­prio sulle ques­tioni delle lib­ertà indi­vid­u­ali, del­l’U­nione Sovi­et­i­ca e così via. In effet­ti, tut­ta la mia pre­sen­za nel Pci, qui a Cre­mona, è sta­ta seg­na­ta pro­prio da questo tema delle lib­ertà. La mia visione del mon­do, infat­ti, è lega­ta al sis­tema di idee del­l’il­lu­min­is­mo, lib­erale. In segui­to sono diven­ta­to seg­re­tario del Pci a Cre­ma. Nel nord Italia all’e­poca ero l’u­ni­co che lavo­ra­va, per­ché inseg­na­vo a scuo­la, e face­va con­tem­po­ranea­mente il seg­re­tario di sezione. Gius­to o sbaglia­to che sia, infat­ti, non ho mai accetta­to di fare il politi­co a tem­po pieno, per­ché mi sono sem­pre sen­ti­to più libero aven­do anche un impiego alter­na­ti­vo.

Quan­do ha accen­na­to agli oneri che com­por­ta la car­i­ca di sin­da­co si riferi­va alle varie polemiche scop­pi­ate negli ulti­mi mesi, come quel­la che ruo­ta tut­to­ra attorno alla figu­ra di Aldo Prot­ti?
In realtà gli oneri che con­sidero tra i più gravosi, sebbene a volte siano anche piacevoli, sono quel­li di rap­p­re­sen­tan­za. Non è nul­la di fati­coso, ma por­tano via molto tem­po, tan­to che ormai trascor­ro fuori casa qua­si tutte le ser­ate. A questo tipo di onere si som­ma quel­lo lega­to alla com­p­lessità e ai prob­le­mi strut­turali del­la macchi­na buro­crat­i­ca con cui bisogna inevitabil­mente fare i con­ti. Poi ci sono quel­li che con­sidero gli oneri delle pic­cole cose, quel­li legati ai prob­le­mi e alle polemiche quo­tid­i­ane, che però non mi pesano più di tan­to. La ques­tione di Prot­ti è diver­sa e mi ha fat­to un po’ più male, per­ché cre­do di aver dimostra­to la mia onestà intel­let­tuale. Inizial­mente l’ipote­si di dedi­car­gli una via mi era sem­bra­ta la cosa più sem­plice del mon­do. In segui­to, però, ho com­in­ci­a­to a rice­vere let­tere da parte dei figli e dei nipoti delle per­sone tru­ci­date al Colle del Lys che mi seg­nala­vano la pre­sen­za di Prot­ti in quel­la zona all’e­poca dei ras­trel­la­men­ti. Sono cadu­to dalle nuv­ole, per­ché ero con­vin­to che Prot­ti in quel peri­o­do si trovasse a Firen­ze, come ave­vano sem­pre dichiara­to i suoi biografi e lui stes­so. Dopo quelle seg­nalazioni, ho pen­sato che il modo più sem­plice per appu­rare la ver­ità fos­se quel­lo di con­trol­lare i doc­u­men­ti, che ho trova­to sen­za nes­suna fat­i­ca e che con­fer­mano la pre­sen­za di Prot­ti nel­la zona del Colle del Lys. Da qui il mio invi­to ad appro­fondire la ques­tione. Chi dice, però, che io non voglio inti­to­lare una via al baritono per­ché è sta­to un fascista e, nel dopoguer­ra, è sta­to iscrit­to al Movi­men­to Sociale, dice una fal­sità. Fer­mo restando che non si pos­sono met­tere sul­lo stes­so piano par­ti­giani e repub­bli­chi­ni, per­ché i pri­mi com­bat­te­vano per la lib­ertà, men­tre gli altri era­no alleati di un regime spi­eta­to che depor­ta­va ebrei, zin­gari e omoses­su­ali nei campi di con­cen­tra­men­to, il noc­ci­o­lo del­la ques­tione è che abbi­amo appu­ra­to che Prot­ti ha men­ti­to negan­do la sua pre­sen­za nei luoghi dei ras­trel­la­men­ti, dove moltissime per­sone sono state tru­ci­date in modo effer­a­to, non “sem­plice­mente” uccise, come purtrop­po avviene in tutte le guerre.

Adesso, quin­di, cosa suc­ced­erà?
Adesso la Com­mis­sione Topono­mas­ti­ca dovrà pren­dere una deci­sione, sapen­do però come stan­no effet­ti­va­mente le cose. Non mi aspet­to che nes­suno mi dica bra­vo, nem­meno a sin­is­tra, ma in coscien­za cre­do di aver fat­to il mio dovere, andan­do a ver­i­fi­care le seg­nalazioni che mi era­no arrivate.

La polem­i­ca sul­la vicen­da Prot­ti, cav­al­ca­ta per set­ti­mane dal cen­trode­stra in modo osses­si­vo, resti­tu­isce anche l’im­mag­ine di un’op­po­sizione aggrap­pa­ta ad alcune gran­di ques­tioni ide­o­logiche, ma inca­pace di affrontare i temi vera­mente impor­tan­ti per i cit­ta­di­ni e il ter­ri­to­rio. È a questo tipo di atteggia­men­to che il cen­trosin­is­tra cre­monese deve la sua longevità ammin­is­tra­ti­va?
Per­sonal­mente sono con­vin­to che la democrazia sia fat­ta anche di alter­nan­za. Con tut­to il rispet­to per le sin­gole per­sone, è chiaro, però, che fino a quan­do l’op­po­sizione andrà avan­ti così, non facen­do altro che imba­stire polemiche o stru­men­tal­iz­zazioni su pic­cole cose o su gran­di temi ide­o­logi­ci, come è avvenu­to nel caso di Prot­ti, non farà mol­ta stra­da. La ver­ità è che sono divisi e non han­no un prog­et­to alter­na­ti­vo per la cit­tà. Nel caso di Cre­mona, comunque, cre­do che il cen­trosin­is­tra fino­ra abbia gov­er­na­to bene, come dimostra anche quan­to siamo rius­ci­ti a fare in un anno dif­fi­cile come questo.

Tutte queste polemiche, però, spes­so finis­cono per monop­o­liz­zare i lavori del con­siglio comu­nale, a dis­capi­to di ques­tioni che toc­cano più diret­ta­mente la vita dei cit­ta­di­ni…
È vero, e a volte mi arrab­bio anch’io, ma non ne farei un dram­ma. Questi incon­ve­ni­en­ti fan­no parte del­la natu­ra umana e del­la natu­ra dei par­ti­ti.

Ma res­ta il fat­to che vicende tut­to som­ma­to mar­gin­ali come quel­la di Prot­ti finis­cono per avere grande vis­i­bil­ità.
Sì, alcu­ni temi effet­ti­va­mente ven­gono gon­fiati dai mass media, ma noi comunque abbi­amo una rete di rap­por­ti tale con i cit­ta­di­ni per cui, alla fine, rius­ci­amo a rag­giun­gere tut­ti. A Cre­mona, infat­ti, la rete demo­c­ra­t­i­ca è abbas­tan­za sol­i­da e dif­fusa. Come dico sem­pre, le dif­fi­coltà prin­ci­pali non sono interne al rap­por­to in con­siglio comu­nale tra mag­gio­ran­za e oppo­sizione, o quelle interne ai due schiera­men­ti, ben­sì quelle esterne, vale a dire la man­can­za di risorse, il rap­por­to con la Regione, il rap­por­to con lo Sta­to. Tutte cose di cui, para­dos­salmente, viene fuori poco, anche per­ché sono più dif­fi­cili per i gior­nal­isti da spie­gare.

Non teme un con­trac­colpo a liv­el­lo locale delle ten­sioni che cicli­ca­mente tor­nano a dila­niare il cen­trosin­is­tra a liv­el­lo nazionale?
No, anche per­ché, nonos­tante tut­to, non mi sem­bra che sia in dis­cus­sione l’al­lean­za e nem­meno la lead­er­ship di Romano Pro­di. La visione polit­i­ca del­la Margheri­ta, in effet­ti, è un po’ diver­sa da quel­la di Pro­di, ma non è in dis­cus­sione la sua scelta di cam­po con il cen­trosin­is­tra. Alla Margheri­ta cre­do vada riconosci­u­to il mer­i­to di aver fat­to chiarez­za. Sono con­vin­to che alla fine ver­rà trova­to un accor­do sod­dis­facente per tut­ti, anche per­ché sarebbe assur­do perdere le elezioni per ques­tioni di questo tipo. Ciò che impor­ta davvero, infat­ti, è il pro­gram­ma di gov­er­no con cui il cen­trosin­is­tra si pre­sen­terà ai cit­ta­di­ni.

Negli ulti­mi mesi lei si è schier­a­to aper­ta­mente a favore del dirit­to di voto ammin­is­tra­ti­vo agli immi­grati e del riconosci­men­to delle unioni di fat­to tra per­sone etero e omoses­su­ali, attra­ver­so il cosid­det­to Pacs (Pat­to civile di sol­i­da­ri­età).
Si trat­ta di due gran­di pro­poste rispet­to alle quali con­fer­mo il mio sosteg­no. La ques­tione del dirit­to di voto agli immi­grati è lega­ta in buona parte alla dis­cus­sione sul­l’Is­lam, che affon­da le sue radi­ci fin nei pri­mi anni del Set­te­cen­to. Tut­ti i gran­di di quel sec­o­lo, come Voltaire, Mon­tesquieu e Rousseau, infat­ti, han­no affronta­to il tema del­l’Is­lam come un tema cen­trale del­la loro filosofia, div­i­den­dosi tra chi con­sid­er­a­va l’is­lamis­mo reli­gioso e filosofi­co meglio del cris­tianes­i­mo e chi, invece, lo ritene­va un dis­po­tismo di tipo ori­en­tale. Io cre­do che oggi ques­ta ques­tione vada affronta­ta e dis­cus­sa molto atten­ta­mente e con grande seri­età, anche per rispon­dere al razz­is­mo del­la Lega e a quel­la parte di elet­tora­to francese e olan­dese che ha boc­cia­to la Cos­ti­tuzione euro­pea per la pau­ra nei con­fron­ti degli islam­i­ci e del­la Turchia. Ques­ta pau­ra non va sot­to­va­l­u­ta­ta. Il tema degli islam­i­ci e, più in gen­erale, degli immi­grati, è infat­ti del­i­catis­si­mo, e va affronta­to par­tendo dal­la con­sapev­olez­za che la legal­ità e l’or­dine di per sé non sono né di destra né di sin­is­tra, e sono fon­da­men­tali per tut­ta la civiltà, come ho cer­ca­to di dire nel mio dis­cor­so alla fes­ta dei vig­ili urbani.

Par­lan­do come lei di ordine e legal­ità, però, a Bologna un altro sin­da­co cre­monese e di sin­is­tra, Ser­gio Cof­ferati, è fini­to nel­la bufera, accusato di autori­taris­mo da una parte dei suoi stes­si alleati…
Cof­ferati è un ami­co, ma è un po’ che non gli par­lo e non conosco abbas­tan­za bene la situ­azione bolog­nese per for­mu­la­re un giudizio in mer­i­to. Il prin­ci­pio del­la legal­ità e del rispet­to delle leg­gi, però, deve valere per tut­ti i cit­ta­di­ni, com­pre­si gli immi­grati. Dopo di che le assur­dità del­la Lega sono pale­si. Il prob­le­ma, quin­di, non è tan­to quel­lo del­la rec­i­proc­ità, ovvero il fat­to che se qui da noi si apre una moschea, nei Pae­si ara­bi bisognerebbe pot­er aprire una chiesa. La rec­i­proc­ità in alcu­ni Pae­si ara­bi c’è, in altri no, ma guar­da caso quel­li in cui non c’è, come l’Ara­bia Sau­di­ta o gli Emi­rati Ara­bi, sono anche i migliori alleati del­l’Oc­ci­dente… La vera ques­tione, lo ripeto, è quel­la del rispet­to del­la legal­ità da parte di tut­ti. Ordine e legal­ità, però, non si impon­gono da un giorno all’al­tro con il pug­no di fer­ro — è la stes­sa polizia a dir­lo — ma con inter­ven­ti grad­uati nel tem­po. In caso con­trario il ris­chio, infat­ti, è quel­lo di creare più prob­le­mi di quel­li che si vogliono risol­vere.

Tor­nan­do alla ques­tione del dirit­to di voto per gli immi­grati, il Comune di Cre­mona con­tin­uerà a portare avan­ti ques­ta pro­pos­ta?
Abbi­amo appog­gia­to la mozione del­l’As­so­ci­azione Nazionale dei Comu­ni Ital­iani che va in ques­ta direzione, ma per­sonal­mente sono sem­pre più con­vin­to che sia nec­es­saria una legge quadro nazionale che garan­tis­ca questo dirit­to. Le inizia­tive soli­tarie di sin­gole ammin­is­trazioni locali, infat­ti, rischi­ano di trasfor­mar­si in man­i­fes­tazioni pura­mente sim­boliche e di creare con­tenziosi infini­ti con lo Sta­to cen­trale. Lo stes­so dis­cor­so vale per il riconosci­men­to delle unioni di fat­to, per le quali è oppor­tuno un inter­ven­to da parte del leg­is­la­tore nazionale.

Arti­co­lo pub­bli­ca­to l’11 giug­no 2005 sul Pic­co­lo Gior­nale di Cre­mona

Arti­co­lo pub­bli­ca­to anche su Medi­um

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