«La Casa delle Libertà sta creando le premesse per una moderna e pericolosissima dittatura della maggioranza, anzi del primo ministro stesso». Questa dichiarazione di Romano Prodi, che la scorsa settimana ha scatenato le reazioni indignate di molti esponenti del centrodestra, appare fin troppo blanda di fronte alle ultime performance del fu servizio pubblico televisivo.
Quelle cui hanno assistito giovedì sera gli spettatori incautamente sintonizzati sul secondo canale Rai non sono, infatti, le premesse di una dittatura della maggioranza, ma la prova che viviamo già in una sorta di tele-regime. Un regime, cioè, che non ha bisogno di ricorrere all’olio di ricino perché può disporre, per imporre la dittatura del suo pensiero unico, di un manganello per molti versi più subdolo e devastante: il tubo catodico.
Nel giorno in cui il ministro leghista Calderoli annuncia le sue dimissioni e il nostro (ahinoi) presidente del Consiglio si rimangia la dichiarazione sul prossimo ritiro delle truppe italiane dall’Iraq, rilasciata guarda caso non in Parlamento ma nello studio di Porta a Porta, la trasmissione di Raidue Punto e a Capo sceglie, infatti, di aprire la puntata con un servizio a opera di uno dei tanti provocatori travestiti da giornalisti.
Il tema è di quelli di scottante attualità: la richiesta di alcuni studenti di un’università romana di bandire la Coca Cola dai bar dell’ateneo a favore dei prodotti del commercio equo e solidale. Una richiesta che secondo l’incipriato conduttore Giovanni Masotti, spalleggiato dall’ex ministro Giulio Tremonti, è segno nientemeno di un chiaro sentimento antiamericano e di una volontà proibizionista che genera violenza (se la logica del ragionamento vi sfugge non temete, siete in buona compagnia).
Il concetto è rafforzato da alcuni servizi sul congresso di Rifondazione a Venezia, tanto per richiamare quelle che da 11 anni a questa parte sono le stantie parole d’ordine berlusconiane. La sinistra vuole abolire la proprietà privata! La sinistra vuole introdurre la patrimoniale! La sinistra mangia i bambini! In quest’ultimo caso la frase non è stata pronunciata esplicitamente ma, insomma, il messaggio che si voleva lanciare agli spettatori-elettori era quello.
A proposito di bambini, una manciata di minuti prima i tg governativi avevano mandato in onda le immagini dei giovani sorridenti che acclamavano il premier durante la sua visita a Imperia, dove era giunto per inaugurare (vedi il tema della nostra copertina odierna) il raddoppio di una linea ferroviaria. Impossibile, in questo caso, non cogliere le agghiaccianti similitudini con analoghe immagini del fu Ceausescu, che l’iconografia ufficiale imponeva fosse costantemente osannato da gruppi di fanciulli estasiati.
Insomma, se una fortunata pubblicità di qualche mese fa si chiedeva che mondo sarebbe stato se Gandhi avesse avuto a disposizione i moderni mass media per diffondere il suo messaggio di pace, di converso viene da chiedersi che Italia sarebbe quella di oggi se Berlusconi non avesse goduto in tutti questi anni del quasi-monopolio dell’etere italiano. Un’Italia migliore, indubbiamente.
Editoriale pubblicato il 19 marzo 2005 sul Piccolo Giornale di Cremona
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