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Dal suo “buen retiro” di Riv­ol­ta d’Ad­da, dove è tor­na­to dopo l’esonero di un mese fa dal­la panchi­na del­la Fiorenti­na, Emil­iano Mon­don­ico fa una promes­sa: «Appe­na pos­si­bile tornerò allo Zini per fare il tifo per la Cre­monese insieme agli ultras del­la vec­chia guardia, quel­li con cui sono rimas­to costan­te­mente in con­tat­to da quan­do ho las­ci­a­to la panchi­na gri­giorossa. Mi piac­erebbe con­vo­car­li tut­ti e assis­tere insieme a loro a una par­ti­ta. Non in cur­va, però, per­ché gli anni pas­sano e cre­do che nep­pure loro la fre­quenti­no più, anche se sono rimasti dei tifosi sfe­gatati».

È pro­prio gra­zie ai reso­con­ti del­la vec­chia guardia del tifo gri­giorosso se il “Mon­do” non è sta­to sor­pre­so più di tan­to dagli exploit del­la squadra di Rosel­li: «Alla vig­ilia del cam­pi­ona­to i miei ami­ci cre­mone­si mi ave­vano par­la­to in ter­mi­ni lus­inghieri del­la for­mazione che è sta­ta allesti­ta per affrontare la C1. Sono tifosi che se ne inten­dono e si sono riv­e­lati buoni pro­feti, per­ché a quan­to pare la squadra di quest’an­no ha le carte in rego­la per fare il salto di cat­e­go­ria».

Mon­don­ico par­la sul­la scor­ta delle infor­mazioni rice­vute dagli ami­ci-tifosi per­ché fino­ra, sebbene da Cre­mona lo separi­no solo alcune decine di chilometri, non ha avu­to la pos­si­bil­ità di assis­tere di per­sona a un match dei gri­giorossi in questo cam­pi­ona­to. Infat­ti dopo l’esonero di Firen­ze, che assi­cu­ra di aver las­ci­a­to sen­za ran­cori per nes­suno, è sta­to imme­di­ata­mente reclu­ta­to dal­la tele­vi­sione come opin­ion­ista sporti­vo. «Se non fos­se sta­to per questi impeg­ni in tv, prob­a­bil­mente un salto a Cre­mona l’avrei già fat­to. Comunque l’im­pre­sa di Rosel­li, che non conosco, va applau­di­ta. Vin­cere per un allena­tore non è facile da nes­suna parte e bisogna dirgli bra­vo per­ché, evi­den­te­mente, ha trova­to la for­mu­la gius­ta per ottenere il mas­si­mo dal poten­ziale che ave­va a dis­po­sizione».

Per l’ex bandiera gri­giorossa, pro­tag­o­nista, pri­ma da gio­ca­tore e poi da allena­tore, di alcune delle fasi più esaltan­ti del­la sto­ria ultra­cen­te­nar­ia del­la soci­età di via Per­si­co, la Cre­monese può tran­quil­la­mente tornare a gio­carsela con le gran­di del cal­cio ital­iano di serie A e B. «Nel cal­cio è sem­pre esis­ti­to un grande divario tra le squadre più ric­che e quelle più povere di mezzi e risorse — spie­ga — ma il bel­lo di questo sport è che sul cam­po chi è più debole può anco­ra rius­cire a spun­tar­la. Per restare a gal­la, però, una soci­età come la Cre­monese deve essere gesti­ta molto ocu­lata­mente, a par­tire dalle scelte di mer­ca­to. Nel­l’an­no del­la mia pro­mozione dal­la B alla A, alla fine del­la sta­gione 1983–84, com­pim­mo l’er­rore di andare a pren­dere gio­ca­tori come Zmu­da e Juary, che era­no ormai a fine car­ri­era e non ave­vano più molto da dare. Bisogna invece fare la scelta oppos­ta e puntare su gio­vani di tal­en­to che han­no voglia di emerg­ere, come è sta­to, per esem­pio, con Chiesa».

Mon­don­ico è anche con­vin­to che «dopo alcune sta­gioni di pur­ga­to­rio l’en­tu­si­as­mo lega­to al ritorno nel par­adiso di un cam­pi­ona­to come la B potrebbe rap­p­re­sentare la mar­cia in più del­la Cre­monese. I prob­le­mi, di soli­to, iniziano quan­do le cose van­no trop­po bene, per­ché la gente si abit­ua ai suc­ces­si e pre­tende risul­tati sem­pre migliori. Pri­ma la salvez­za, poi la Cop­pa Uefa, poi lo scud­et­to…».

Infine, un episo­dio estrat­to dal­l’al­bum dei ricor­di in gri­giorosso. «Di momen­ti bel­li a Cre­mona ne ho vis­su­ti tan­ti, ma ce n’è uno che risale a un Cre­monese-Genoa che mi è rimas­to impres­so: ero squal­i­fi­ca­to, al mio pos­to in panchi­na c’era Cesi­ni, e a un cer­to pun­to sono anda­to in cur­va a incitare la squadra insieme ai nos­tri tifosi. È sta­to bel­lis­si­mo».

Arti­co­lo pub­bli­ca­to il 27 novem­bre 2004 sul Pic­co­lo Gior­nale di Cre­mona

Arti­co­lo pub­bli­ca­to anche su Medi­um

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