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«… E non impor­ta se son cam­pi­oni, dovran­no arren­der­si tut­ti allo Zini…». Suon­a­va così l’in­no del­la Cre­monese, com­pos­to per cel­e­brare il ritorno in serie A dei gri­giorossi dopo 54 anni di assen­za. Parole poco pro­fetiche, purtrop­po. Nel cor­so del cam­pi­ona­to 1984–85, infat­ti, di cam­pi­oni allo sta­dio “Zini” ne sbar­carono parec­chi, da Pla­ti­ni a Maradona, da Boniek a Rum­menigge, ma ben pochi se ne andarono sven­tolan­do la bandiera bian­ca.

Sen­za Vial­li, emi­gra­to alla Sam­p­do­ria, Mon­don­ico dovette affi­dar­si all’e­stro del ric­ci­o­lu­to Alviero Chior­ri, arriva­to da Gen­o­va e des­ti­na­to a diventare il “magi­co” per antono­ma­sia. A cam­pi­ona­to già inizia­to (e com­pro­mes­so…), ven­nero acquis­ta­ti anche il brasil­iano Juary, famoso per l’abi­tu­dine di dan­zare intorno alla bandie­ri­na del cal­cio d’an­go­lo dopo ogni gol seg­na­to, e il polac­co Zmu­da.

Nep­pure con loro, però, l’ar­ma­ta Bran­ca­le­one di Mon­don­ico riuscì a dis­far­si dei pan­ni di Cener­en­to­la del tor­neo. Per un atti­mo, come una stel­la cadente, il gri­gio e il rosso illu­mi­narono la vol­ta stel­la­ta del­la mas­si­ma serie, raci­molan­do un invidi­a­bile pat­ri­mo­nio di applausi e un molto meno invidi­a­bile bot­ti­no di pun­ti. Così fu di nuo­vo serie B.

Quel­la sta­gione calcis­ti­ca, avara di suc­ces­si per la squadra gri­giorossa, venne seg­na­ta anche da due episo­di tragi­ci, figli del­la fol­lia che trop­po spes­so è lega­ta al tifo. Il 30 set­tem­bre 1984, a Milano, al ter­mine del­la par­ti­ta tra Milan e Cre­monese, un gio­vane di Castelleone, Mar­co Fonghes­si, venne assas­si­na­to da un tep­pista rossonero con una coltel­la­ta all’ad­dome. L’u­ni­ca “col­pa” di Fonghes­si, che tifa­va Milan, era quel­la di viag­gia­re su un’au­to tar­ga­ta Cre­mona.

Qualche mese più tar­di la vio­len­za da sta­dio fece anco­ra peg­gio. Il 29 mag­gio 1985, allo sta­dio “Hey­sel” di Brux­elles, poco pri­ma del cal­cio d’inizio del­la finale di Cop­pa dei Cam­pi­oni tra Juven­tus e Liv­er­pool, un grup­po di hooli­gans ingle­si provocò una strage di tifosi bian­coneri. Le vit­time furono più di 40.

A par­tire dal­la sta­gione 1985–86, i gri­giorossi ripresero a fati­care sui ruvi­di campi del­la cadet­te­ria. In panchi­na sede­va anco­ra il “Mon­do”, ma sul­la sua bel­la avven­tu­ra al tim­o­ne del­la Cre­monese sta­va per calare il sipario. Il cam­pi­ona­to si riv­elò più com­pli­ca­to del pre­vis­to, con la squadra clau­di­cante nel­la fas­cia medio-bas­sa del­la grad­u­a­to­ria, poi Mon­don­ico passò il tes­ti­mone, e la Cre­monese inau­gurò con il burbero Mazz­ia un nuo­vo ciclo vin­cente.

Nel 1986–87 la soci­età di via Per­si­co riuscì a ritagliar­si un ruo­lo da pro­tag­o­nista sia in cam­pi­ona­to che in Cop­pa Italia. Il ritorno in serie A sfumò per un sof­fio pro­prio all’ul­ti­ma gior­na­ta: ai gri­giorossi sarebbe bas­ta­to un pareg­gio casalin­go per avere la certez­za matem­at­i­ca del­la pro­mozione, e invece il Pisa, allo­ra allena­to da Gigi Simoni, espugnò lo “Zini”, costrin­gen­do la trup­pa strema­ta di Mazz­ia a uno sfor­tu­na­to spareg­gio con Lec­ce e Cese­na. Ma l’ap­pun­ta­men­to con la serie A era soltan­to rimanda­to di due sta­gioni.

Dopo un’an­na­ta inter­locu­to­ria, infat­ti, la pro­mozione arrivò nel 1988–89 nel modo più bel­lo e sof­fer­to, al ter­mine di un’in­fini­ta serie di tiri dal dis­chet­to, nel­l’en­nes­i­mo spareg­gio di fine cam­pi­ona­to, ques­ta vol­ta con la Reg­gi­na. “Goooooooooool”. Nes­suno ha dimen­ti­ca­to l’ur­lo di gioia lan­ci­a­to via radio da Gio­van­ni Rat­ti per seg­nalare che il rig­ore deci­si­vo, cal­ci­a­to da “Atti­la” Lom­bar­do, si era infi­la­to in rete.

Una vol­ta per­fezion­a­ta la prat­i­ca-pro­mozione, Mazz­ia fece fagot­to per Udine, sos­ti­tu­ito alla gui­da del­la Cre­monese da Tar­ci­sio Burgnich. Ma anche ques­ta vol­ta alle prese con i gigan­ti del­la mas­si­ma serie la salvez­za si riv­elò un frut­to proibito per la com­pagine gri­giorossa, nonos­tante i gol a ripe­tizione di un sor­pren­dente cen­tra­van­ti argenti­no: Gus­ta­vo Abel Dezot­ti.

Con gli anni Novan­ta è ormai sto­ria dei nos­tri giorni ed è impos­si­bile con­cen­trare nel­lo spazio di poche righe il rac­con­to delle ultime, entu­si­as­man­ti imp­rese gri­giorosse. Vale la pena ricor­dare il sar­do-man­to­vano Giagnoni, che nel 1990–91, suben­tra­to a Burgnich a cam­pi­ona­to qua­si com­pro­mes­so, trascinò la Cre­monese alla con­quista del­la serie A con un’in­cred­i­bile rimon­ta. Poi è inizia­ta l’era-Simoni, che già ci ha regala­to il pres­ti­gio del­la Cop­pa angloital­iana, con­quis­ta­ta sul ter­reno del miti­co sta­dio londi­nese di Wem­b­ley. E ora?

Dec­i­mo e ulti­mo capi­to­lo del­la sto­ria del­la Cre­monese, pub­bli­ca­to il pri­mo mag­gio 1994 su Forza Cre­monese, men­sile uffi­ciale del­la soci­età gri­giorossa

Arti­co­lo pub­bli­ca­to anche su Medi­um

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Commento

  1. vor­rei sapere la for­mazione del cam­pi­ona­to 1984/85