Quasi alla fine di questo lungo cammino alla riscoperta delle radici grigiorosse, ecco stagliarsi il decennio degli anni Ottanta. Un periodo storico ricco di avvenimenti cruciali a livello mondiale: la fine della Guerra Fredda, la caduta del muro di Berlino, il disastro della centrale nucleare di Cernobyl… Un’epoca che l’Italia ricorderà anche per il dilagare della corruzione e del malaffare.
Intanto la storia della Cremonese veniva forgiata dai piedi di Bencina, Paolinelli, Viganò, Montorfano, Chiorri, Lombardo… E naturalmente da quelli pregiati di Gianluca Vialli, che il 10 maggio 1981 fece il suo esordio in maglia grigiorossa allo stadio “Tardini” di Parma. Aveva solo 16 anni. Al termine di quel campionato (1980–81), la Cremonese guidata da Vincenzi riuscì a strappare una meritata promozione nella serie cadetta. Iniziò così la straordinaria galoppata del puledro grigiorosso nelle praterie del calcio che conta.
Una galoppata che iniziò sommessamente, durante la stagione 1981–82, con la Cremonese arrancante nelle ultimissime posizioni della serie B. A sette giornate dalla conclusione del torneo, mister Vincenzi diede le dimissioni, sostituito sulla panchina grigiorossa da una vecchia conoscenza della società di via Persico: Emiliano Mondonico. La situazione era disperata, eppure il baffuto allenatore di Rivolta d’Adda riuscì a compiere il miracolo. Nelle ultime sette partite, infatti, i grigiorossi conquistarono ben 12 punti, riuscendo così a tagliare il traguardo della salvezza.
Nell’estate di quel 1982, poi, la nazionale di Enzo Bearzot regalò una soddisfazione grandissima a tutti gli italiani, trionfando ai campionati mondiali di Spagna. Un risultato eccezionale, ottenuto a dispetto dello scetticismo e delle critiche degli addetti ai lavori.
Alla vigilia del match con il Brasile, decisivo per il passaggio alla semifinale, una vignetta pubblicata sulla Repubblica raffigurava un Davide-Bearzot impegnato a stuzzicare con la sua fionda un possente Golia brasiliano. Come dire: non c’è storia. Ed invece, incredibile ma vero, l’allenatore azzurro Bearzot non si limitò a liquidare il Golia brasiliano, ma fece altrettanto in semifinale con la Polonia di Boniek e, nella finalissima di Madrid del 12 luglio, con i panzer tedeschi di Schumacher e Rummenigge.
L’euforia, però, durò poco. L’Italia reale non corrispondeva certo a quella felice del calcio. Ci pensò la mafia a ricordarcelo. La sera del 3 settembre 1982, a Palermo, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa venne assassinato insieme alla giovane moglie, pagando con la vita il suo impegno integerrimo nella lotta alla collusione tra Cosa Nostra ed il potere politico.
Il campionato 1982–83 si rivelò uno dei più entusiasmanti della lunga storia grigiorossa. La squadra di Mondonico accese la passione del tifo cremonese disputando una stagione da protagonista. Il miraggio della serie A si infranse proprio nell’ultima giornata di campionato, a Varese. La Cremonese doveva vincere a tutti i costi per essere certa della promozione, ed invece la partita si chiuse in parità, costringendo i grigiorossi allo spareggio di Roma con Como e Catania. Finì con il Catania promosso nella massima serie, tra l’entusiasmo dei suoi 40mila tifosi al seguito, e la truppa di Mondonico dovette rimandare di 12 mesi i festeggiamenti.
Drago, Garzilli, Galvani, Mazzoni, Montorfano, Paolinelli, Viganò, Bonomi, Nicoletti, Bencina, Vialli. Questi i protagonisti del ritorno in serie A della Cremonese, avvenuto al termine della stagione 1983–84, dopo 54 anni di attesa. La festa della promozione venne purtroppo avvelenata dagli strascichi polemici seguiti allo sconcertante pareggio casalingo con il Palermo (3–3), che diede tuttavia a Mondonico & C. la certezza matematica della serie A.
Nono capitolo della storia della Cremonese, pubblicato il 2 aprile 1994 su Forza Cremonese, mensile ufficiale della società grigiorossa
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