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Men­tre il fas­cis­mo anda­va con­sol­i­dan­do la pro­pria ege­mo­nia sul­la peniso­la, i gio­van­ot­ti in gri­giorosso non ave­vano vita facile in cam­pi­ona­to, doven­do lottare con­tro squadroni di grande caratu­ra come Bologna, Genoa, Milan e Mod­e­na. Il ses­to pos­to finale del­la sta­gione 1923–24 venne imprezios­i­to da alcu­ni risul­tati di pres­ti­gio. Allo Zini la Cre­monese si impose due a uno sul­la Pro Ver­cel­li e strap­pò un pareg­gio al Bologna, men­tre in trasfer­ta con il Milan prevalse per uno a zero.

La sta­gione suc­ces­si­va venne carat­ter­iz­za­ta da un’im­por­tante novità. Il cal­cio con­quistò spazi sem­pre più ampi sulle pagine dei gior­nali, che com­in­cia­rono a pub­bli­care le liste di trasfer­i­men­to dei gio­ca­tori. Le soci­età più impor­tan­ti iniziarono così a rin­cor­rere i pezzi più pre­giati sul mer­ca­to e, per una squadra dalle pos­si­bil­ità eco­nomiche lim­i­tate come quel­la gri­giorossa, tenere il pas­so delle gran­di fu molto dif­fi­cile. La Cre­monese prese parte al tor­neo in ver­sione autarchi­ca, essendo com­pos­ta esclu­si­va­mente da gio­ca­tori nati all’om­bra del Tor­raz­zo, ed arrivò ad un pas­so dal bara­tro del­la retro­ces­sione. Ma si salvò.

In vista del­la sta­gione suc­ces­si­va, quel­la 1925–26, il con­siglio gri­giorosso, allo­ra pre­siedu­to da Papà Gob­bi, decise di adeguare l’or­gan­i­co soci­etario alle accresciute esi­gen­ze del nuo­vo cal­cio. Il pri­mo pas­so in questo sen­so venne com­pi­u­to con l’in­gag­gio di Euge­nio Pay­er, un allena­tore pro­fes­sion­ista che veni­va dal­l’Unghe­ria, ter­ra che in quegli anni det­ta­va legge in mate­ria di pal­loni e pedate. Nel frat­tem­po la Fed­er­azione ave­va aper­to le pro­prie fron­tiere ai gio­ca­tori stranieri. Ogni squadra ave­va la pos­si­bil­ità di tesser­arne due, e la Cre­monese arruolò nelle pro­prie fila due con­nazion­ali di mis­ter Pay­er: Jez­mas e Wil­helm, entram­bi attac­can­ti.

Il cam­pi­ona­to di quel­l’undi­ci a trazione ungherese si riv­elò uno dei più entu­si­as­man­ti del­la sto­ria gri­giorossa. Fin dal­la pri­ma par­ti­ta, dis­pu­ta­ta nel­la tana del Milan, la squadra cap­i­tana­ta da Cas­sanel­li inanel­lò una sequen­za di risul­tati pos­i­tivi. A San Siro i cre­mone­si rifi­larono quat­tro cef­foni ai padroni di casa. Poi fu la vol­ta del Livorno, che finì sepolto sot­to una frana di reti: Jez­mas & C., infat­ti, trafis­sero per ben otto volte la por­ta dei toscani. Sul­la vet­ta del­la clas­si­fi­ca del girone, intan­to, si era por­ta­ta con incedere regale la Vec­chia Sig­no­ra del cal­cio ital­iano, allo­ra con qualche lus­tro in meno sulle spalle e parec­chi tro­fei in meno nelle sue bacheche. Era la Juven­tus di Com­bi, Vio­la, Roset­ta, Fer­rero, Hirtzer… La squadra che tut­ti davano come favorita per la vit­to­ria del tri­col­ore.

Le cronache del­l’e­poca rac­con­tano che, quan­do venne il giorno del­la grande sfi­da tra i bian­coneri pri­mi del­la classe e i gri­giorossi inse­gui­tori, Cre­mona venne con­ta­gia­ta dal­l’en­tu­si­as­mo del­la fol­la fes­tante dei tifosi che gremi­vano uno Zini bruli­cante come un formi­caio. La par­ti­ta non deluse le attese. La Juven­tus cer­cò più volte di sbloc­care il risul­ta­to, finen­do rego­lar­mente imbrigli­a­ta nelle maglie del­la ret­ro­guardia cre­monese. Ercole Bod­i­ni, poi, nelle bat­tute finali fece tremare i tori­ne­si impeg­nan­do il portiere Com­bi con una staffi­la­ta al ful­mi­co­tone. Così, dopo tante emozioni, al fis­chio finale del­l’ar­bi­tro il risul­ta­to era anco­ra inchioda­to sul­lo zero a zero.

Il girone B di Pri­ma divi­sione si con­cluse con la vit­to­ria delle zebre piemon­te­si, che nel­la finale nazionale si imposero sul Bologna, con­qui­s­tan­do il tito­lo di cam­pi­oni d’I­talia. Lon­tana, a 12 pun­ti dai bian­coneri, la Cre­monese. Lon­tana ma sec­on­da, e con la sod­dis­fazione di vedere il suo Tansi­ni gio­care con la maglia azzur­ra del­la nazionale.

Ter­zo capi­to­lo del­la sto­ria del­la Cre­monese, pub­bli­ca­to il 24 otto­bre 1993 su Forza Cre­monese, men­sile uffi­ciale del­la soci­età gri­giorossa

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Commento

  1. Pic­co­la inesat­tez­za. La finale Juven­tus-Bologna non era la finale nazionale ma la finale Lega Nord e comunque non asseg­na­va lo scud­et­to. La sfi­da che asseg­na­va lo scud­et­to era la finalis­si­ma nazionale tra la vin­cente del­la Lega Nord e il vinci­tore del­la Lega Sud anche se poi era solo una for­mal­ità data la debolez­za delle squadre merid­ion­ali. La finale scud­et­to non fu quin­di Juven­tus-Bologna ma Juven­tus-Alba Roma 12–1 (7–1 a Tori­no e 5–0 a Roma)

  2. Gra­zie per la pre­cisazione molto det­tagli­a­ta. È pas­sato parec­chio tem­po da quan­do ho scrit­to ques­ta sto­ria del­la Cre­monese e non ricor­do tutte le fonti a cui ave­vo attin­to, ma evi­den­te­mente non era­no accu­rate al cen­to per cen­to.