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Il 1913 seg­nò una svol­ta impor­tante nel­la sto­ria dell’U.S. Cre­monese. Dopo la fusione con i “cug­i­ni” del­l’As­so­ci­azione Cal­cio Cre­mona, era venu­to il momen­to di bus­sare alla por­ta del foot­ball uffi­ciale. Quel­lo tar­ga­to Fed­er­azione Ital­iana Giuo­co Cal­cio. Ora non si scherza­va più. Ban­do ai tornei ed alle amichevoli, e tut­ti pron­ti ai nas­tri di parten­za del cam­pi­ona­to di Pro­mozione. Zini, Mainar­di, Lan­frit­to, Curta­bili, Tor­net­ti, Tala­mazz­i­ni, Cos­ta, Alber­toni, Big­nami­ni, Lom­bar­di, Defen­di. Questi i nomi dei pro­tag­o­nisti di quel­la sta­gione. Una sta­gione che si riv­elò for­mi­da­bile, con la Cre­monese a lottare fino all’ul­ti­mo per la pro­mozione in Pri­ma cat­e­go­ria.

Il 3 mag­gio 1914 i cor­sari del­la “Varesina”, la trat­to­ria che 11 anni pri­ma ave­va dato i natali alla soci­età, affrontarono a Milano gli indi­geni del­l’Au­so­nia Pro Gor­la. Gol di Defen­di, tante para­tone di Giuàn Super­star Zini e vit­to­ria finale dei “nos­tri”. Così pro­mozione fu. Il 28 giug­no di quel­lo stes­so anno, l’ar­cid­u­ca Francesco Fer­di­nan­do, erede al trono aus­troun­gari­co, venne assas­si­na­to men­tre si trova­va in visi­ta uffi­ciale a Sara­je­vo, cuore di una Bosnia pri­va­ta già allo­ra del­la sua lib­ertà. La morte del­l’ar­cid­u­ca fu la mic­cia che fece esplodere la pri­ma guer­ra mon­di­ale.

Men­tre in tut­ta la peniso­la infu­ri­a­va il dibat­ti­to tra neu­tral­isti ed inter­ven­tisti, la Cre­monese sta­va per iniziare la sua sec­on­da avven­tu­ra in un cam­pi­ona­to uffi­ciale. Ques­ta vol­ta era la Pri­ma cat­e­go­ria. Il 20 set­tem­bre, a Vicen­za, avvenne lo stori­co pas­sag­gio dalle sbia­dite maglie bian­co­l­il­la a quelle più sgar­gianti gri­giorosse. Ma il cam­bio dei col­ori sociali all’inizio non portò mol­ta for­tu­na… Nel mag­gio del 1915, infat­ti, l’I­talia decise di inter­venire nel­la Grande Guer­ra, e così le pal­lot­tole si sos­ti­tuirono ai pal­loni.

Ai gio­vani gio­ca­tori gri­giorossi non restò che indos­sare patri­ot­ti­ca­mente la divisa mil­itare al pos­to di quel­la soci­etaria e, moschet­to in mano, furono sbalza­ti dal fan­go dei campi di cal­cio a quel­lo delle trincee. Le vit­time ital­iane di quel­la guer­ra furono qua­si 700mila. Anche Zini morì, a Civi­dale, in Friuli. Era l’i­do­lo del­la tifos­e­ria gri­giorossa e sog­na­va la maglia azzur­ra del­la nazionale. Se lo portò via un’in­fezione con­trat­ta men­tre trasporta­va mor­ti e fer­i­ti.

Quan­do final­mente si rista­bilì la pace, i campi di foot­ball tornarono ad essere affol­lati. Dare qualche peda­ta al pal­lone pote­va essere una buona med­i­c­i­na per dimen­ti­care in fret­ta i lut­ti e le sof­feren­ze patite. Una sera del 1918, il pres­i­dente del­la Cre­monese, Fer­di­nan­do Arcari, orga­niz­zò un’in­con­tro pres­so il ris­torante “Abbon­dan­za”, pro­prio come ai bei tem­pi del­la “Varesina”. C’era da dis­cutere il futuro del­la soci­età e da rista­bilire le basi di tut­ta la sua attiv­ità sporti­va.

L’undi­ci gri­giorosso tornò a cal­care i ter­reni di gio­co nel 1919, in occa­sione del­la Cop­pa delle Province Lom­barde, che si aggiu­dicò sen­za prob­le­mi sep­pel­len­do sot­to una grag­n­uo­la di reti i mal­cap­i­tati avver­sari del Chi­as­so. La vit­to­ria nel­la Cop­pa fece da incor­ag­giante pre­lu­dio al ritorno del­la Cre­monese nel cam­pi­ona­to di Pri­ma cat­e­go­ria. Intan­to la soci­età ave­va deciso di traslo­care dal vec­chio campet­to di San Roc­co. Il nuo­vo ter­reno di gio­co prese il nome di Gio­van­ni Zini, grande portiere e solda­to sfor­tu­na­to. Da lì la Cre­monese non se ne sarebbe più anda­ta.

A par­tire dal­la sta­gione 1919–1920, iniz­iò uno dei peri­o­di più feli­ci per i col­ori gri­giorossi. Quel­l’an­no la squadra si clas­si­ficò quin­ta nel grup­po A lom­bar­do di Pri­ma cat­e­go­ria e nel cor­so del­la sta­gione suc­ces­si­va migliorò anco­ra, giun­gen­do terza nel grup­po B regionale. Nel 1922, poi, la Cre­monese, impeg­na­ta di nuo­vo nel girone B lom­bar­do, fece un ulte­ri­ore bal­zo in avan­ti con­qui­s­tan­do la pri­ma posizione. Nel­la finale regionale, però, non ci fu nul­la da fare con­tro la cori­acea Espe­ria Como.

Il cam­pi­ona­to 1922–1923 non fu invece molto gen­eroso con i gri­giorossi, costret­ti ad accon­tentar­si del­la set­ti­ma posizione nel girone B del­la Lega Nord di Pri­ma cat­e­go­ria. L’I­talia, nel frat­tem­po, con Mus­soli­ni a capo del gov­er­no dopo la mar­cia su Roma del­l’ot­to­bre del 1922, era fini­ta nel­la mor­sa del fas­cis­mo.

Sec­on­do capi­to­lo del­la sto­ria del­la Cre­monese pub­bli­ca­to il 26 set­tem­bre 1993 su Forza Cre­monese, men­sile uffi­ciale del­la soci­età gri­giorossa

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